Intervista di Francesca Di Ventura 

Nuovo album in arrivo per i romani Neverhush, a pochi mesi dal loro 12esimo compleanno, e pochi giorni da una apertura di rilievo, quella ai Wonderworld di Roberto Tiranti.

Guido “Dio del tuono” Brunetti ha il classico aspetto del biker, e un sorriso aperto e sincero che lo rende simpatico a prima vista. I suoi Neverhush, di cui egli è vocalist e chitarra solista, sono una istituzione a Roma, i loro show una garanzia di qualità artistica e forte coinvolgimento emotivo, grazie anche al loro immancabile siparietto finale, in cui chiunque tra i presenti è chiamato a salire sul palco e pronunciare il nome di un musicista a cui faranno coro tutti al grido di “è la fine del rock ‘n roll”. E Guido ce l’ha particolarmente con certi artisti nostrani, che hanno avuto qualcosa da dire in musica nel passato ma che oggi, dice, farebbero bene a ritirarsi dalla scena. E ce l’ha con il gioco del calcio, Guido: “una piaga tutta Italiana”, “l’oppio degli Italiani”.

Perché un adolescente dovrebbe scegliere uno strumento musicale piuttosto che il pallone.

G: Perché la musica è rimasta l’unica cosa pulita a livello underground in Italia. Già nell’ambiente amatoriale del calcio i ragazzini e i loro genitori si scannano tra loro, in una ambizione esasperata che nulla ha a che spartire con la sana attitudine allo sport che si suppone dovrebbe essere il driver in questo gioco. Il problema è che non è più un gioco, nemmeno per i giovani.

A che punto è il nuovo album.

G: Pronto. Gli ultimi due brani sono stati partoriti pochi giorni fa in sala, e per uno di essi ho provato l’esperienza di suonare la mia chitarra in “Drop C”, una idea del “Cascio” (Stefano Cascio, seconda chitarra dei Neverhush) per garantire che durante l’intera melodia fossi a mio agio. L’album si intitolerà “Senza regole”, perché noi viviamo così. L’unica regola che abbiamo è la coerenza alla nostra musica. E preannuncio una copertina shock, get ready! A Marzo inizieremo il “Musicraiser” e da lì avremo 60 giorni per raggiungere l’obiettivo. Se tutto va bene dunque entreremo in studio verso Ottobre/Novembre, in tempo per i 12 anni dei Neverhush. E lo studio sarà certamente il Kick Recording Studio.

Ti leggiamo spesso inveire nei tuoi post Facebook contro le cover band. Da cosa deriva tanta acredine.

G: Alcune cover band mi fanno quasi tenerezza: età media 50 anni, ripropongono i pezzi della loro andata gioventù, di band storiche come gli AC/DC, i Led Zeppelin. Musica che io amo e con la quale sono cresciuto, ma arriva un momento in cui bisogna lasciar andare i ricordi per non lasciarsi andare troppo a loro. Per me la cover band ha senso quando quella originale non esiste più, altrimenti non vedo come si possa preferire riproporre qualcosa di già detto piuttosto che dire qualcosa di nuovo. Anche se avere una band originale oggi richiede una buona dose di coraggio: bisogna lavorare sodo per farsi dare un po’ di retta, soprattutto in un Paese in cui le menti sono soggiogate al potere delle network radiofoniche che spazio all’underground non ne danno alcuno.

Artisti che a Milano riempiono i locali a Roma contano poche centinaia di persone ai loro show. Come si può risollevare le sorti della scena musicale -non solo underground- della Capitale.

G: Togli il pallone e vedrai che avrai già fatto tanto. Il calcio è tra le maggiori armi di distruzione di massa che qui a Roma trova il suo massimo potere di devastazione (sorride). Poi dovrebbe cambiare la concezione del locatario medio: il romano vuole essere coccolato, possibilmente sedersi, mangiare e/o bere senza troppa fatica. A questo aggiungiamo che Roma non ha mai avuto una tradizione metal, c’è stato tanto buon prog negli anni ’70 ma di hard rock/metal memorabile, non mi pare proprio. Eppure la scena underground è davvero di qualità.

La tua fedele compagna è la Gibson Explorer. Come è nato questo connubio.

G: L’amore per la Explorer è la diretta derivazione di quello per i Metallica. Quella chitarra ha tutto: suono e vestibilità. Ogni tanto uso la Epiphone ma la Explorer è il mio miglior abito. Vorrei un’altra Explorer ma rigorosamente bianca frigo, con meccaniche dorate.

A quale compromesso non scendereste mai in nome del successo.

G: Ogni band spera di incontrare il produttore che ti faccia “fare il salto”, ma per quanto i suggerimenti siano sempre ben accetti, soprattutto dagli addetti ai lavori, non potremmo mai accettare di denaturare la band, la sua più intima personalità. E non potremmo mai essere schiavi del fashion.

Cosa c’è nell’hard rock che lo fa sposare così bene con il mondo dei bikers.

G: E’ in primo luogo un effetto visivo: pensi ad una Harley on the road ed immediatamente la tua testa produce quel tipo di musica. Direi perché ha l’andamento perfetto per un viaggio, accompagna l’immagine di una lunga strada solitaria e il rombo del motore nel silenzio.

 A che livello è la vostra adrenalina per il 14 Marzo.

G: Non so dire se è più adrenalina o piuttosto paura allo stato puro. Per me è anche più dura che per gli altri: dover cantare prima di Roberto Tiranti, ecco, non so se mi spiego. Ma questa è una data che ho voluto fortemente organizzare in loro onore, quindi i Neverhush apriranno umilmente le danze ma lasceremo presto il palco ai Wonderworld. Sarà memorabile, anche perché Roberto ci onorerà in un duetto con me su un nostro pezzo.

Se aveste l’opportunità, vi esibireste a Sanremo.

G: Perché no. Abbiamo partecipato a Sanremo Rock, e malgrado abbiamo dovuto esibirci in un solo pezzo con strumentazione non nostra, in un corteo di 69 band che si susseguivano in modo frenetico in un “fast food” musicale, siamo arrivati alle semifinali, quindi possiamo essere orgogliosi di noi stessi.

Esistono band mainstream che non siano “la fine del rock ‘n roll”.

G: I Back Stone Cherry, una Southern band americana davvero notevole. In Italia non sono la fine del rock ‘n roll i Wonderworld, gli Strana Officina, la PFM, i Litfiba prima versione; i Timoria lo sono stati, e i Negramaro nel loro primo disco.

PER INFO:   

https://it-it.facebook.com/neverhushband

https://www.facebook.com/events/…/permalink/762602530481838/

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