Intervista raccolta da Benedetta Lattanzi
Un gruppo appena nato i Lexie, un trio di ragazzi romani che fondono nella loro musica elementi synth e chitarre elettriche. A gennaio hanno pubblicato il loro primo EP, Starting From Lungs, cinque tracce che analizzano un profondo cambiamento e che è il loro “primo respiro”.
Presentatevi ai lettori di Tempi-Dispari che ancora non vi conoscono. Come è nato il progetto Lexie? E perché questo nome?
Siamo un trio di Roma nato poco più di un anno fa, Marta Maria Di Nozzi alla voce, Leonardo Carfora alla chitarra e Valerio Tangorra alla batteria. Venivamo tutti e tre da esperienze in gruppi diversi, due di noi si conoscevano già quando è nata l’idea di iniziare un nuovo progetto. La base di fondo è stata l’esigenza di far evolvere il nostro modo di fare musica di pari passo con la nostra crescita personale.
Lexie è un nome di donna, rimanda ad un’atmosfera molto femminile che abbiamo ritrovato nelle nostre canzoni.
Del vostro primo EP, Starting From Lungs, affermate che è stato scritto in un momento di cambiamento. Si tratta di un cambiamento personale o più professionale?
Entrambi. Siamo passati per quella fase in cui ti rendi conto di essere cambiato rispetto agli anni in cui ti chiudevi in saletta con i tuoi amici a fare casino solo per il piacere di farlo. Siamo cresciuti, abbiamo capito cosa volevamo fare, siamo diventati più consapevoli delle nostre capacità e dei nostri limiti e abbiamo deciso di utilizzare le nostre energie in un progetto che potesse realmente valere qualcosa. Senza questo cambiamento personale non sarebbe avvenuto neanche quello professionale.
C’è un gruppo musicale, un artista oppure un album in particolare al quale vi siete ispirati durante la composizione delle cinque tracce?
Abbiamo fatto ricerca in vari campi musicali e con ascolti mirati abbiamo capito cosa volevamo inserire nel nostro EP. Sono stati per noi fondamentali gli ascolti di Bat For Lashes, London Grammar, Little Dragon e 30 Seconds to Mars.
Hide è la prima canzone che avete composto. Potreste raccontare come è nata?
Come spesso accade è nato tutto da un semplice giro di chitarra sul quale subito è stata stesa una melodia, quella del ritornello. Da quella prima volta non è mai stata cambiata solo arrangiata.
Marta, in questo EP ti sei occupata delle musiche, dei testi e dell’artwork: avevi già tutto in mente e non aspettavi altro che renderlo concreto?
Marta: È stato un lavoro in divenire, sono partita dalla musica, ho cercato di mettermi nei panni di chi la ascolta e a tracce finite ho tentato di inserire il tutto in un contesto più ampio. Quando si è nel bel mezzo del processo creativo non si riesce facilmente a vederne una continuità, solo guardando il lavoro finito da fuori ci si rende poi conto che nulla è a caso, che ogni traccia si inserisce in un significato globale più ampio. È stato il filo conduttore che lega le canzoni ad ispirare poi l’artwork. Assolutamente nulla di premeditato.
Tutti i brani di Starting From Lungs sono in inglese. Da cosa è data questa scelta? Ci sarà qualcosa in italiano prima o poi?
È stata una scelta piuttosto naturale, Marta è abituata a scrivere in inglese e nel tentativo di rispecchiare i generi musicali a cui ci siamo ispirati l’inglese ci sembrava più adatto. Non abbiamo in programma canzoni in italiano.
Quali sono i vostri programmi per il futuro? Avete qualche obiettivo particolare che vi piacerebbe raggiungere con questo progetto?
Abbiamo in programma delle date in Italia e stiamo lavorando a nuove canzoni per un futuro disco. Vorremmo riuscire a raggiungere più persone possibili possibilmente anche all’estero.
Grazie per il vostro tempo, in bocca al lupo per la vostra carriera!
Grazie a voi e crepi il lupo!