Testo a cura di Liliana Valente
Nello storico Teatro Tordinona, dal 23 al 26 aprile, è andato in scena “Hamletophelia“, spettacolo tratto dalla tragedia di William Shakespeare, scritto e diretto da Luca Gaeta, interpretato da Salvatore Rancatore, Massimiliano Vado e Federica Rossellini. Da subito una scenografia d’impatto richiama l’attenzione del pubblico che varca la soglia della sala: una stanza da letto che ricorda l’infanzia, barbie sul pavimento e palline rosse luminose appese a dei fili; musica rock che scandisce l’attesa dell’inizio. L’entrata in scena di Yorick, il buffone di corte di Amleto che nell’opera viene raffigurato sotto forma di teschio ma che il protagonista rimembra affettuosamente, dà inizio allo spettacolo accompagnato da un’azione che coinvolge il pubblico: una telecamera riprende ogni singola persona proiettando in tempo reale le immagini sullo sfondo della scenografia e richiamandone così ancora di più l’attenzione. Le parole di Yorick fanno capire che il tutto si svolgerà in una sorta di inferno in cui Amleto ed Ofelia faranno la loro comparsa. Su di un lettino da obitorio arriva la protagonista. Un’esplosione di dolore e sogni infranti viene riversata su Amleto presente già da tempo ma nascosto, coperto da un telo, accompagnato dal celebre teschio ricoperto di strass argentati. Traumi irrisolti, riferimenti alla propria famiglia e alle ossessioni che questa evoca, rendono il personaggio nevrastenico e bisognoso di leggerezza e divertimento che solo Yorick riusciva a dargli. Tutti i personaggi sono in puro stile rock, con tanto di giacca di pelle pantaloni di pelle nero e matita sotto gli occhi, ma non tradiscono il linguaggio shakespeariano seppur con qualche modifica e attualizzazione. Il regista ha ottimamente analizzato i personaggi dell’opera classica estrapolandone i pensieri più reconditi e portandoli in scena in tutta la loro forza. Durante l’intera l’esibizione in fondo al palco, su di un telo bianco, Alessandro Vitale con numerose pennellate dapprima disordinate via via sempre meglio definite, ha raffigurato i volti dei tre protagonisti terminando la pièce in modo visivo e d’impatto. Le canzoni che hanno accompagnato lo spettacolo hanno reso dialoghi e monologhi ricchi di emozione e di coinvolgimento per un pubblico che non ha avuto alcun attimo di distrazione. Un plauso agli attori che hanno ben saputo interpretare i propri personaggi benchè complessi. Se la letteratura si studiasse guardando spettacoli di questo calibro, chiunque ne sarebbe affascinato.