Recensione a cura di Carmine Rubicco
Un disco di transizione potrebbe essere definite questo Get Hurt, molto più “scuro” e pesante dei precedenti. Un disco alla ricerca di una nuova dimensione dove reinventarsi senza tradirsi, senza tradire la propria anima e il proprio percorso. In quanto di transizione non è un disco “perfetto”. Ci sono azzardi, ritorni di fiamma, tentativi. Nel suo insieme un buon disco rock con la erre maiuscola. Un po’ Pearl Jam un po’ Springsteen, ma questo i Gaslight Anthem lo sanno già. Tanti gli elementi classici del loro stile. I cambi quando ci sono, a livello di suono e di struttura dei pezzi, oltre che del cantato, risultano forse fuori luogo o non del tutto convincenti. Quello che resta indubbiamente apprezzabile della band è la volontà di rimettersi in gioco e uscire da un ruolo in cui, suo malgrado, si è ritrovata appesantendo i suoni e cercando sempre e comunque di andare altre. Il disco suona in ogni caso molto bene e si lascia ascoltare senza particolare impegno.
Tracklist:
- Stay Vicious
- 1000, Years
- Get Hurt
- Stray Paper
- Helter Skeleton
- Underneath the Ground
- Rollin’ and Tumblin’
- Red Violins
- Selected Poems
- Ain’t That a Shame
- Break Your Heart
- Dark Places
- Sweet Morphine (Bonus Track)
- Mama’s Boy (Bonus Track)
- Halloween (Bonus Track)
- Have Mercy (Bonus Track)
Line-up:
Brian Fallon_voce e chitarra
Alex Levine_basso
Alex Rosamilia_chitarra
Ben Horowitz_batteria
Web site:
www.facebook.com/thegaslightanthem
www.twitter.com/gaslightanthem