Recensione a cura di Carmine Rubicco

Un concept heavy rock che alterna momenti più propriamente heavy a riff e atmosfere hard rock. Produzione e tecnica sopraffine per l’ensamble capitolino. Il contenuto è ispirato, secondo dichiarazione della stessa band, a 3 scritti ben precisi: un’intervista rilasciata da Pier Paolo Pasolini nel 1973 al Corriere della sera, a La fattoria degli animali e 1984 di George Orwell. Grandi aperture e ritornelli orecchiabili sono un punto decisamente più che a favore di un lavoro già di per sé ottimo con venature progressive accennate ma ben inserite. Strumentalmente nessuna novità particolare. Da segnalare The lies box, la lunghissima Mindless e Grey man dove compaiono dei campionamenti. Quest’ultima il momento migliore dell’intero cd in cui fa capolino un certa freschezza di idee e di esecuzione che mette in evidenza il basso e una struttura ritmica funky, oltre ad essere il solo brano a scendere sotto i 4 minuti. Ultima menzione per la conclusiva The next generation, con un intro omaggio ai Pink Floyd e tempi sincopati.

In definitiva, The Breathe Machine  è un disco heavy rock ben suonato. Una pecca l’eccessiva durata dei brani, mediamente sui 4 minuti. Forse 30 secondi in meno, che non sono pochi, non avrebbero fatto male.

TRACKLIST

1. The Breathing Machines
2. Shadows From The Past
3. Good & Evil
4. The Lies Box
5. Five Senses
6. Grey Men
7. The Building
8. Mindless
9. Where Are We Going
10. The Next Generation

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Band:

Andrea Neri
Francesco Marino
Bernardo Nardini
Marco Polizzi
Daniele Michelacci

Contatti:

http://www.stageofreality.com/

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