Recensione a cura di Carmine Rubicco
Il combo romano dei Camelias Garden mantiene assolutamente le premesse e ritorna sulle scene con un nuovo prodotto. Nell’ep in uscita il prossimo 20 maggio, Kite sono riusciti a condensare e riproporre quella che è la propria essenza. Un sound che prende avvio dagli anni ’60 e dal duo Simon e Garfunkel in particolare, per scelte melodiche e di armonizzazione vocale, ma che riesce a trovare una propria strada e un proprio stile espressivo. Un viaggio soprattutto acustico tra melodie che uniscono in un pregevolissimo mix folk e psichedelia con qualche inserto elettrico. Un disco che non dimentica il contesto contemporaneo come ben dimostrano la lunga title track che lascia spazio anche ad inserti jazzati per poi perdersi in ampi spazi psichedelici, la seguente The world inside you che richiama i Mumford and son meno “rabbiosi”, richiama però, o la conclusiva Useless. Ottimo il gusto per la melodia dei nostri che dimostrano, senza funambolici a solo, una sicura padronanza tecnica. Un lavoro che seppur accompagnato da una certa vena malinconica, non dimentica leggerezza e aperture solari. Disco pregevole e piacevole che può essere ascoltato diversi livelli ma che sprona a ripetuti ascolti per scoprirne tutte le sfumature. Un ascolto in ogni caso delicato e senza fretta.
- Rise (2:05)
- Making Things Together (5:10)
- Kite (8:27)
- Red Light (3:22)
- The World Inside You (3:55)
- Useless (6:34)
Lineup:
Valerio Smordoni: voce e cori, tastiere, chitarra acustica
Simone Contini: batteria
Alberto Cari: basso
Guests:
Manolo D’Antonio: chitarra elettrica, chitarra acustica 6 & 12 corde, cori.
Gian Marco La Serra: piano, tastiere, cori.
Contatti:
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