Intervista a cura di Benedetta Lattanzi
Adriano Campanile, in arte Audrey, comincia la sua avventura da drag queen quasi quindici anni fa. Negli ultimi tempi comincia però a maturare in lui un desiderio particolare, ovvero quello di abbandonare merletti e paillettes per ritornare alle origini, con un look “acqua e sapone”. Sulle pagine di Tempi-Dispari racconta il perché di questa sua decisione e quali saranno i suoi progetti futuri.
Muovi i tuoi primi passi sui palchi nel lontano 2000, quando ti cimenti come cabarettista drag queen all’Alibi di Roma. Come ricordi quel periodo?
Ricordo quegli anni con grande piacere, ma senza nostalgia! Avevo il costante sentore di non sentirmi sufficientemente centrato e volevo dare di più a me stesso ed agli altri, ma non capivo quale potesse essere la direzione da percorrere. Inoltre il travestirsi, l’essere qualcun altro, lo trovo molto divertente, non per sempre comunque.
In seguito intraprendi la carriera musicale, sempre en travesti, e nel 2012 pubblichi il tuo primo singolo “Le avventure di Super Audrey”: cosa ti ha spinto a questo cambio?
In realtà sono stato spinto: non sapevo di avere una bella voce, o per lo meno di essere intonato, mi cimentavo soltanto in piccoli remix o mash-up, poi iniziai con il cabaret live imitando Patty Pravo e mi fecero notare che avrei potuto fare qualcosa di mio. Inoltre Le Avventure di Super Audrey, che è una sitcom nel web, aveva bisogno di una sigla inedita, così mi presentarono FranKie Mancuso e nacque l’omonimo singolo e poi i progetti successivi. C’è sempre qualcuno pronto a credere in me più di quanto sia disposto a farlo io stesso!
Dopo un EP, un tour nazionale e varie partecipazioni a festival gay friendly arriva però una svolta: decidi che il look drag queen non fa più per te e cominci a focalizzarti sulla tua immagine da uomo. Perché questa decisione?
Perché la vita è fatta di evoluzioni! Siamo incapaci di essere sempre noi stessi ed il cambiamento è inevitabile, anche se spesso neanche ce ne accorgiamo cambi faccia, peso, gusti, necessità! È un processo inevitabile, ed è bene che sia cosi, anche se si rischia di perdere aderenza con la realtà il più delle volte, dopotutto il contatto con noi stessi è necessario, soprattutto durante queste fasi evolutive. Oggi mi sento cosi, vedo la vita nelle tonalità del blue Kline, ma ieri ero altro e non escludo che possa cambiare ancora!
Quanto ha influito questo cambiamento sulla tua carriera? E a livello di composizioni?
Radicalmente, contro ogni aspettativa: la gente da me si aspetta un atteggiamento fresco e colorato, come nei primi anni, ma che ad oggi non mi rappresenta più quindi non riesco ad esporlo con disinvoltura, questo anche nella composizione. Già quando uscì Buonanotte Papà in molti storsero il naso per la serietà dei contenuti esposti, ma questo non mi spaventa, come dicevo prima: tutto cambia! Anche il pubblico e il contenuto delle aspettative.
Non ti sei ancora esibito pubblicamente come “Adriano”. Come pensi potrebbe essere accolta dai fan questa decisione? Cosa pensi ci sarà di diverso rispetto alle esibizioni precedenti?
In verità nell’ultima tappa del tour mi esibì non soltanto fuori dai panni da drag queen, ma addirittura struccato e con la barba, non tutti ne furono contenti, come se un abito potesse caratterizzare un’espressione! Onestamente nelle prossime esibizioni non ne ho idea di cosa sarà diverso, sicuramente cambieranno alcune componenti sceniche non più necessarie, ma neanche me ne preoccupo, sono sempre Adriano così come sono sempre Audrey poiché i nomi sono soltanto appellativi graziosi, niente di più. Spero soltanto di riuscire a fare un buon lavoro e che possa piacere dal punto di vista qualitativo e non soltanto estetico.
Il primo singolo di questa rinnovata carriera è Bjöllunar, un pezzo minimal eseguito interamente in francese. Da cosa hai preso ispirazione per questo brano?
Sarebbe inutile non ammettere che io non abbia voluto rispolverare i sound del Battiato anni ’70 o che non abbia una profonda ammirazione artistica per la cultura musicale islandese… Ecco da cosa ho preso ispirazione per il brano; ma ancor di più ho cercato di ispirarmi alla quotidianità, ai rumori ed ai suoni che mi accompagnano in Francia, cosi come ai suoi colori.
Nel brano affermi: “Kiki è una persona che aspetta”. Ma chi è esattamente Kiki?
Seppur criptico nel primo ascolto in realtà il testo dovrebbe essere abbastanza elementare se letto alla lettera, ma ammetto di non essere uno dei comunicatori più elastici! Però dopotutto KiKi è esattamente chi dice di essere: una persona che aspetta questa evoluzione di cui parlavo prima, in uno stato di attesa e di calcolo, consapevole del proprio cambiamento, seppur non ancora pronta ad evolvere, restando un po’ sul chi va là. In ogni caso KiKi siamo noi, ed è un po’ come mi sento io in questo periodo.
Puoi dare qualche anticipazione riguardo il prossimo album?
Vorrei ma non posso, unicamente perché stiamo come KiKi, mai questo brano poteva essere più azzeccato in questo periodo! Nonostante nel corso dell’anno precedente avessi annunciato a più mandate i nomi di alcuni singoli ed addirittura il titolo provvisorio del prossimo progetto, sono quasi vicino all’idea di ritrattare tutto poiché situazioni positive, seppur impreviste, mi lasciano sbigottito ed in attesa di evoluzione, che questa volta non dipende da me, ma deve essere innescata da una terza parte, quindi aspettiamo che esploda la miccia della comunicazione! Posso soltanto dire che l’esplosione in questione non è così lontana come ci si può aspettare ed è sicuramente bilingue e di nuova manifattura, con echi che arrivano da oltreoceano!
Un ultimo messaggio, prima di lasciarci.
Ci sono tante cose che vorrei dire, soprattutto in questo periodo storico così incerto e privo sviluppi, eppure con ogni singola parola si rischia di cadere nello scontato o nel superfluo, quindi invito soltanto a seguirmi sui miei social network, come la pagina Facebook od il profilo Instagram, la maggior parte dei pensieri li esprimo in questi luoghi virtuali o durante le manifestazioni a cui prendo parte, e quest’ultime vengono comunicate proprio tramite i social, quindi per un confronto invito alla partecipazione in loco. Ma soprattutto ringrazio anche per questo spazio concessomi, spero di essere stato sufficientemente dichiarativo!
Grazie mille e in bocca al lupo per la tua carriera!
grazie per l’articolo, belle notizie di audrey!!
bella intervista! audrey ha sempre tanto da dire…ed é pure bona..oops, bono!
bravo sempre il migliore fin dai tempi dell’alibi, io tifo per te!!!
ti seguo dai tempi del mcTower e sei stato/a la mia costante per un’intera estate. Qualunque commento si sprecherebbe ma una cosa la voglio dire (e non è per compiacerti Hahahahahaha ma è vera): io ti ammiro, ma tanto proprio. Non è da tutti avere le palle per cambiare così radicalmente come hai fatto tu. Complimenti, davvero tanto! E continua così. Bisous
Che bella intervista! mi piacciono i messaggi che trasmetti: cogliere opportunità e vivere i cambiamenti, guardare al futuro e ricordare il passato!
Comunque vada, seguirò con piacere le tue evoluzioni artistiche! Complimenti per tutto 🙂
un bacio!
Un grande artista, una grande persona che stimo tantissimo!! Capace di far emozionare tutti quelli che lo ascoltano ️spero andrai lontano ti voglio bene !!!
Bellissima intervista molto curata e con domande attinenti…ho conosciuto Audrey per caso quasi in maniera comica poi ad un mio concerto organizzato dalla xq28 sente “buonanotte papà”mi avviicina e mi chiede di poter duettare…dissi subito si perchè capii subito lo spessore umano e artistico di Adriano…così è nato un video e un’amicizia sincera e una collaborazione nei testi anche per il mio nuovo album di cui “frammenti di specchio”anticipa l’uscita….grandissimo artista Audrey complimenti…un’abbraccio sincero..Luca
bella intervista! Ti seguo da sempre, sono stata, sono e sarò sempre una tua sostenitrice. Favorevole al tuo cambiamento, del resto l’evoluzione fa parte della crescita di ogni individuo, trovo che la tua attuale forma di espressione sia veramente accattivante. Un grande abbraccio ed un sincero in bocca al lupo!!!
È stato emozionante leggere questa intervista, non conosco nel dettaglio la tua carriera ma conosco te ed in ognuna delle tue varie interpretazioni e trasformazioni ho sempre visto tanto coraggio, grinta da vendere e perché no, anche un po’ di faccia tosta! E così armato percorri la tua strada, seguendo il filo dei tuoi pensieri, ascoltando te stesso, cercando di volta in volta la dimensione ideale lasciandoci a volte sbigottiti a guardarti con un grosso punto interrogativo in faccia! Ma così sei tu ed è questo che ti rende speciale!!
In bocca al lupo!!! Tvb