Testo a cura di Riccardo Romano Marino
Folk alla punk sinistroide, un po’ popolare e genere a la “Pogs” italiano. Sono i Semi nel Vento, gruppo composto da Luca Lanzi e Francesco Moneti, quest’ultimo violinista della celeberrima band Modena City Ramblers: “Abbiamo cominciato per hobby, per divertimento puro e semplice. Avevamo un’impronta punk, andavamo a suonare senza neanche provare, a volte eravamo in 6, a volte in 7, anche in 11”. Musicalmente puntano alla fisicità e cantano motivando cori partigiani e testi con significati politici e controversisti. Violino, mandolino, chitarra elettrica, chitarra acustica e voce a risuonare in quel di Pomezia, con arpeggi d’atmosfera “irish” che rievocano rilassate ballate in una culla armonizzata dall’intera serata.
Dopo gli applausi dei sostenitori, un discorso sull’uguaglianza dei bambini affiora tra le casse del sound system: “senza differenze di etnie e con gli stessi privilegi bisognerebbe vedere il mondo dagli occhi di un bambino”. Una canzone dirompe con una struggente poesia sulla guerra dove i protagonisti sono mandolino e chitarra. Sale sul palco un fisarmonicista di vecchie conoscenze, che dona quel pizzico di folklore in più che mancava e che rende ancor più popolare l’alone di scena che ombreggia sulla loro performance.
Hanno scelto di partecipare su invito del Punkrazio alla serata del 23 Maggio 2015, iniziata alle 19:00, duo che in toni forti si pronunciano a favore di Carlo Giuliani che nella stessa serata accompagnano il padre, Giuliano Giuliani che tratta la storia di un evento di cronaca a Genova del figlio assassinato, incitando ed inneggiando il pubblico a prendere parola al suo posto, associando poco dopo l’interpretazione alla presentazione del libro “Non si archivia un omicidio”. Lo stacco di Giuliani attira l’attenzione di tutti, anche di chi li non c’era prima del concerto, intavolando una discussione sulla giustizia italiana. Successive proiezioni di filmati riguardanti il G8 del 21 Luglio 2001, rilevano la sofisticata vicenda che colpisce ancora oggi la sensibilità e fa capire quanta frustrazione ci sia a proposito della Polizia. Dopo la chiacchierata, ricomincia il Duo con melodie di brezze popolari, richiamando ed urlando il nome di Carlo Giuliani. Esplode poi in balli e danze, gonne al vento e battiti accelerati, allo scopo di combattere le guerre interne ed esterne, internazionali e nazionali. Finiscono con un saluto a tutti i partecipanti, lasciandoci con playlist folkloristiche a tema.