Testo a cura di Carmine Rubicco
Inossidabilità, coraggio, sfida alle regole, provocazione, ribellione, integrità morale. Queste prima degli attacchi a Parigi alcune delle caratteristiche del metal. Frivolo, popolare, inutile, commerciale, sciocco, alcune definizioni del pop dal parte del mondo metallico.
Ebbene ad una manciata di giorni dagli attentati francesi l’inutilità parrebbe vincere sull’utilità del metal. Sono più le date annullate da parte di band heavy metal che non da parte di artisti pop. I “poppettari” portano avanti i concerti. Qualsiasi sia il motivo il risultato è che non si fermano, rispettano i fans e chi li segue. I metallari invece si trovano con concerti annullati all’ultimo con tutto quello che ne consegue, interi tour cancellati alla faccia di chi aveva già il biglietto. La frivolezza batte la seriosità. Ciò che emerge dalla quantità di date annullate nel mondo metal è un panorama tutt’altro che rassicurante.
La domanda è una sola, alla fin dei conti: dove sta la coerenza? Paladini della libertà contro tutto e tutti e poi si piegano ad un attentato che esattamente questo aveva come scopo, il terrore e la fuga? Centinaia di migliaia di persone scendono i piazza a manifestare per non cadere nel gioco della paura e i paladini, guerrieri del metallo e della libera espressione, contro dogmi e oppressione se la danno a gambe? Che cosa succede agli adoratori di Satana? Improvvisamente battersi per la libertà, ma sul serio e non attraverso dei semplici brani, non va più bene? Rischiare in prima persona non funziona? Oltre che pura espressione la musica non è anche un mestiere fatta a certi livelli? O la storia del metal fin qui scritta è solo un crogiuolo di inutili parole?
A questo punto meglio il vuoto pop, almeno è esplicitamente commerciale, senza pretese, senza dignità o valori sbandierati ai quattro venti ma nonostante tutto non si ferma. Soprattutto non nasconde pecore sotto la pelle di lupi… seppur mannari.