Recensione a cura di Carmine Rubicco
Prosegue il viaggio onirico di Jaco Van Dormael attraverso e tramite la settima arte. Il suo nuovo sogno è Le Tout Nouveau Testament, tradotto in italiano con Dio esiste e vive a Bruxelles. Questa nuova fatica del regista belga arriva dopo 6 anni dal suo ultimo film, quel Mr Nobody che tanto successo riscosse.
La lettura di Dio esiste… può essere suddivisa su due livelli. Il primo, viscerale, emozionale, immediato che fa gridare al colpo di genio, all’originalità, al tentativo in parte riuscito di disquisire di un argomento altrimenti pesante in modo leggero. Il film tratteggia un Dio molto umano, il cui carattere iracondo, vendicativo, quasi violento, deriva dal primo testamento. Tutto portato nella realtà aggiornata con tanto di computer che controlla la vita dell’umanità. Antagonista di questo padre padrone è una figlia pre adolescente ribelle che segue il solco della strada tracciata dal più famoso fratello JC che secondo il Padre “è riuscito solo a farsi inchiodare”. A coadiuvare silenziosamente la piccola EA c’è una madre succube di un marito iracondo che si ritroverà incastrato nella stessa realtà da egli stesso creata. La storia che si dipana dal momento in cui la figlia ribelle rivela agli essere umani la date delle rispettive morti è un tentativo di riscrittura del Nuovo testamento con tanto di raccolta di apostoli. Tutta la trama resta sospesa tra realtà, la più o meno imminente morte, e la fantasia, la reazione alla notizia e il tentativo da parte di ognuno dei coprotagonisti di realizzare se stesso.
Il senso di coinvolgimento dello spettatore è molto forte per tutta la durata del film e ciò che lascia dopo i titoli di coda è un senso di ebrezza e una sorta di nuova consapevolezza.
Questo ad un primo livello. Passata l’ebrezza iniziale, tuttavia e come spesso accade, subentrano alcuni dubbi di svolgimento e il secondo piano di lettura.
La domanda principe che assale è: quindi? Cosa ha detto esattamente il regista? Come è finita la storia? Non si tratta di evidenziare buchi narrativi. È una questione di svolgimento del tema principale. Dietro la domanda posta in apertura, cosa fareste se conosceste la data della vostra morte? Qual è la risposta? Tutto nel film tende a questo ma alla fine risposta non c’è. Il tema è accennato ma non svolto. Da una parte si potrebbe dire che ciò nulla toglie all’impianto surreale complessivo del film se non che a qualche ora di distanza si ha come l’idea di essersi persi qualcosa. Passata la sbornia onirica, ammaliante, umoristica, rimane la realtà, rimane un messaggio sospeso forse ma non ben compreso. Colpa dello champagne delle feste magari. O forse no.
In ogni caso resta un film da vedere sia per gli amanti del regista sia per cinefili di tutte le età.
Titolo originale: Le Tout Nouveau Testament
Regia: Jaco Van Dormael
Interpreti:
Benoît Poelvoorde: Dio
Pili Groyne: Ea, figlia di Dio
Yolande Moreau: moglie di Dio
Catherine Deneuve: Martine
François Damiens: François
Laura Verlinden: Aurélie
Serge Larivière: Marc
David Murgia: Gesù Cristo
Johan Leysen: marito di Martine
Pascal Duquenne: Georges
Gaspard Pauwels: Kevin
Didier De Neck: Jean-Claude
Kody: Jean-Pierre
Romain Gelin: Willy
Marco Lorenzini: Victor