Testo a cura di Carmine Rubicco
Ancora non si sono consumate le candele che hanno accompagnato la celebrazione del funerale di Lemmy che il mondo della musica e della cultura in generale perde un altro dei suoi massimi esponenti. Dire un altro è forse riduttivo. David Bowie non era uno dei tanti artisti, era l’Artista. Camaleontico, geniale, inarrestabile, inesauribile.
Ricordarlo tracciandone un profilo è impossibile oltre che pretenzioso, a meno che non si abbiano a disposizione settimane e si sia disposti ad analizzare tutte le sfaccettature del suo essere. “Uno nessuno centomila” potrebbe essere una microscopica indicazione su di lui.
La sua influenza e la sua portata artistica sono indefinibili. Cantante, compositore, polistrumentista, attore, produttore, sono state alcune sue forme. Più di queste, che sono semplici definizioni “umane”, valgono i suoi personaggi. Da Ziggy Stardust al Duca Bianco. Personaggi che hanno rappresentato non solo sfaccettature della sua personalità ma precise scelte stilistiche a livello musicale. Innumerevoli, come i generi che ha attraversato, sono stati i personaggi con cui è venuto in contatto e con i quali ha collaborato. Allo stesso modo innumerevoli sono gli aneddoti che questi personaggi potrebbero raccontare su di lui.
“Sono un attore, recito una parte, frammenti di me stesso”, dichiarò nel 1972 durante un’intervista storica al Melody Maker. Se Andy Warhol avesse avuto un’anima musicale probabilmente sarebbe stata quella di Bowie.
L’importante per il nostro è sempre stata la possibilità di potersi esprimere liberamente. In tutti i sensi. Questa libertà lo ha portato a diventare una bandiera dell’anticonformismo. Bowie ha incarnato il perfetto comunicatore. Ha interiorizzato le regole del business, della società e le ha utilizzate a proprio vantaggio. Ha giocato, da uomo di cultura, con il qualunquismo e l’essere bigotto di un mondo ignorante e troppo spesso superficiale. Un mondo che tuttavia ne ha sancito l’immortalità.
Se per molti artisti passati a miglior vita è difficile trovare degni sostituti, per Bowie si può dire sia impossibile. Non tanto per una mera questione musica, quanto umana, stilistica, e di profondità di ciò che ha espresso. Con lui e Lou Reed il genere umano ha perso due voci di dentro senza eguali.
Buon viaggio Ziggy, bentornato tra le stelle.