Intervista raccolta da Carmine Rubicco
Ci sono reunion ‘eclatanti’ e ci sono reunion che accadono in sordina ma che portano con sè non business quanto amicizia decennale, voglia di suonare, fare musica e consolidare una carriera che, tra alti e bassi, dura da trent’anni. E’ questo il caso dei Keep Dry i quali, dopo svariate vicissitudini, sono tornati a calcare i palchi con la medesima energia di un tempo e con una maggiore consapevolezza della validità della loro proposta. Li abbiamo intervistati pochi giorni dopo la loro ultima esibizione in occasione del Rock for Life.
Ecco cosa hanno raccontato a Tempi Dispari.
1. Una veloce presentazione della band e la sua storia
Ciao a tutti i lettori di Tempi dispari. Se avete un paio d’ore… Scherziamo, cercheremo di essere concisi. Siamo i Keep Dry, in attività, più o meno, da almeno trent’anni tra stop e riprese a suonare con formazioni cambiate a volte per il 75%. Quella che si è presentata sabato 4 marzo per Rock for Life è composta da: Paolo Bandini chitarra e voce solista (fondatore ufficiale), Paolo Pavesi chitarra ritmica e solista, Matteo Demarchi tastiere (non presente in occasione del concerto e quindi assente nelle foto della band ndr.), piano, sint e voce, Fabio “Effe” Effervescenti batteria, Fabrizio Bertona basso e voce ( io) . I Keep nascono da un’idea di Paolo B. e dalla voglia di fare musica propria. Nel corso degli anni sono entrati e usciti diversi amici/musicisti molti ancora in attività, come Massimo Parlamento, Luca Albini, Stefano Zanforlin, Davide Trombetta, Moreno Mesiti, Diego e Dario Racchi, Carlo Schivo, ai quali siamo riconoscenti del tempo e dell’esperienza che ci hanno dato e dedicato. Ricordo i live al San Carlo di Arona (serata benefica), Salone Borsa a Novara( serata benefica), due volte al Rock for Life (serata benefica), direi che siamo votati al prossimo. Ed il Disco “ 5 minuti dalla fine” nel 1993 lo trovi ancora sul Web in vendita. Mi fermo qui e rimando i curiosi alla ns pagina Fb. (https://www.facebook.com/Keep-Dry-reunion-1418731085026748/)
2 . La vostra proposta può essere fatta rientrare nel rock italiano, come mai la scelta di cantare in lingua madre ?Perché siamo Italiani, e quindi pigri per tradurre in altre lingue… scherziamo, crediamo che la musica possa essere cantata in tutte le lingue, è dove arriva e che emozioni dà che conta.
3 . La vostra è una storia lunga e segnata da uno scioglimento, cosa vi ha fatto tornare assieme?
Paolo B. ed io (Fabri ) siamo amici da una vita, e lo scioglimento non ci ha allontanato. Tuttavia ognuno, per un periodo, ha preso strade diverse, poi una sera a casa mia l’idea folle di rimettere in piedi la Banda. Abbiamo chiamato Matteo, che era già stato nel gruppo alla fine degli anni novanta, trovato Effe, che Paolo già conosceva , ed infine “rubato “ Paolo P. agli Anatema e a Francesco Farina. E oplà rieccoci.
4. Dal vostro punto di vista, da quando avete iniziato ad ora, la musica e ciò che ci gira intorno è cambiata in meglio o peggio?
Per chi inizia a suonare ora e deve imparare, direi migliorata. La rete ti dà infinite possibilità di crescere. Ai nostri tempi musicassetta e tanto tempo ed orecchio per imparare i pezzi che ci piacevano. Per poter suonare, peggio, è più facile far suonare chi fa cover che non chi fa musica propria. E le proposte che arrivano sono tutti cloni di cloni di cantanti con vari “Xfactor” o” Amici” di qualcuno… chi è da solo, o non è appoggiato da qualcuno non riesce ad emergere.
5 . Riunirsi vuol dire anche fare i conti con i tempi, avete avuto ‘difficoltà di adattamento’ visto che la musica oggi viaggia in modo e su canali differenti rispetto al passato?
Ci siamo riuniti per la passione di fare musica, di suonare, di divertirci e se siamo in live di divertire. Ovvio che le difficoltà ci sono state e ci sono, dal gestire i tempi di famiglia /lavoro/musica , a cercare di proporre qualcosa di nuovo ma che rispecchiasse quel che noi siamo.
6. Di che cosa necessiterebbe la musica italiana?
Più spazio, più spazi per suonare live, più possibilità di esibirsi e meno ricerca dell’erede di questo o quell’artista. Tentare e rischiare di più su nuove idee e non prendere sempre esempio dall’estero.
7. Cosa avete provato nel tornare a fare concerti? Ossia, che sensazione avete avuto salendo il primo gradino per andare su un palco?
La solita, timore e paura di non piacere e di sbagliare, ma accompagnata da quella adrenalina che ti rende elettrico e vitale. Al secondo gradino, la gioia di suonare.
8. Data la vostra esperienza, che suggerimenti vi sentireste di dare a chi inizia adesso a suonare?
Mi rifaccio alla risposta di prima, in rete trovi quasi tutto, quel che non trovi è il nostro consiglio: ascoltare tanta musica, non limitarsi a imitare questo o quell’artista, ma creare, inventare e proporre il proprio essere, senza farsi plasmare e standardizzare da altri.
9. Decidere di presentare brani originali può essere ‘limitante’ per le esibizioni dal vivo dato l’andamento in Italia. Ne vale comunque la pena?
Devo essere sincero, qualche cover ai tempi l’abbiamo fatta anche noi. Non avevano tanti brani nostri e avevamo paura di non piacere se avessimo proposto solo musica nostra. Ora no, per noi è essenziale mantenere la nostra identità di gruppo che fa musica propria e siamo felici se possiamo suonarla. Quindi rispondo si, ne vale sempre la pena per noi. Mal che vada un gruppo che fa cover che vuol dividere il palco con noi lo troviamo.
10. Progetti futuri
Non siamo più di primo pelo e, siamo onesti, difficilmente potremo sfondare, ma come già detto la rete può aiutare. Quindi perché non tentare di proporre la nostra musica su qualche canale indie?
Nell’immediato continuare a comporre e cercare spazi live che apprezzino e siano disposti a farci suonare. A tal proposito: se cercate una band che propone e suona musica propria i Keep Dry fanno al caso vostro.
11. Un saluto a chi vi leggerà
Un enorme grazie a Tempi Dispari per l’occasione di parlare di musica e di noi, e se su molte magliette e/o post leggi “ keep calm ecc ecc… “ io/noi vi diciamo : “ Keep Dry and Rock on !!!” Ciao a tutti i lettori .