Recensione a cura di Carmine Rubicco
Un’altra occasione sprecata in senso ambivalente. Sprecata perché si sarebbe potuto fare qualcosa di decisamente migliore, sprecata perché sarebbe stato meglio non fare nulla invece di produrre un film del genere. Resterà sempre un mistero lo spreco di tempo, energie e risorse per la produzione di pellicole che non valgono nulla. Il nuovo capitolo di Alien, con così tanta enfasi annunciato, Covenant è un flop senza precedenti sia per chi conosce gli altri episodi sia per chi ci si avvicina per la prima volta. Perché? Perché manca tutto. Pathos, paura, tensione, profondità dei personaggi, trama e sottotrame credibili. Inutile parlare degli effetti speciali. Quelli non fanno un film. Unica nota positiva, se proprio se ne vuole trovare una, è il tentativo di dare un passato allo xenomorfo. Poi si può discutere sul tipo di passato ma almeno uno sforzo è stato fatto. Per il resto due ore pesanti e banali. Tutta la trama, tolti gli ultimi 45 minuti circa, è tutta pretestuale per creare un’avversità nel confronti di un qualcosa che non si è ancora visto e il cui arrivo non spaventerebbe neppure un bambino di cinque anni. Il che pone l’accento sul motivo del divieto ai minori di 14 anni. Non ci sono scene particolarmente truci o truculente nè tantomeno scene di sesso esplicito che giustifichino tale divieto. Apprezzabilissime, ma quella è eredità di Prometheus, le scenografie. Per il resto la storia scivola via in maniera totalmente insulsa. I personaggi non hanno un’evoluzione ma balzi di umore. Passano dall’amicizia e sociale coscienza, il trasporto di quasi 2000 coloni, all’egoismo più totale senza un vero perché. Un capitano che resta scioccato dalla morte della propria compagna quando è stato già presentato come un personaggio del tutto secondario, debole e senza carattere. Idem gli altri. La protagonista? Sulla stessa falsa riga. Di Ripley non c’è neppure la più pallida ombra. Certo non poteva essere fatta una pedissequa copia. La domanda allora nasce da sé: perché metterla praticamente nelle medesime condizioni della Weaver? Perché metterle in mano le stesse armi o quasi? Insomma perché fare qualcosa di simile ma non uguale? Non sarebbe stato meglio cambiare del tutto? Alla fin dei conti essendo un prequel i personaggi sarebbero potuti essere in qualunque modo. Tanto più che al timone del tutto c’è sempre Ridley Scott. Si fosse trattato di un film a sè stante, del tutto scollegato dal contesto, con un altro titolo, certe trovate e figure, vedi David e tutta la questione uomo macchina, sarebbe stata di una certa rilevanza e avrebbe avuto un certo peso. Trattandosi di Alien più che gli xenomorfi ci si sarebbe aspettata sostanza, tensione, partecipazione.
A conti fatti Covenant perde su tutta la linea. L’altisonante nome del regista non può da solo sollevare un film che non aggiunge nulla alla saga e che, anzi, rischia di togliere. Il finale non lo sveliamo perché ognuno deve essere libero di poter decidere da sé se e come farsi del male. Perde anche di fronte al bistrattato Prometheus che con tutte le sue mancanze e le sue pecche si trova ad essere più circostanziato e pieno di fascino. Non foss’altro che per la sequenza della ritrovamento e della sala comando della nave spaziale aliena. Se Tempi Dispari desse i voti come molte altre riviste questo film non arriverebbe alla sufficienza. Se avessimo la fortuna di incontrare il regista la prima domanda sarebbe senza dubbio: perché.
Sei un incompetente ma perché non vai a fare un mestiere dove non serve il cervello? Qualsiasi professione dove si utilizzano solo le mani e i muscoli va bene e dove per tutto quello per cui serve “pensare” ci pensano altri va benissimo. Senza offesa . Marco
Senza offesa, ma perchè assieme agli insulti non c’è neppure un’argomentazione?
Nell’articolo ci sono mi pare. Mancanza di materia grigia o insulto facile come tutti i draghi da tastiera? O forse età inferiore a quella minima per capire qualcosa di qualsiasi argomento?
Sempre senza offesa.
Carmine