Recensione a cura di Carmine Rubicco
Iniziamo col dire che il disco di Gianluca Firmo, Rehab, è un bel disco. Ben suonato, ben arrangiato, ben prodotto. Il nostro se la cava egregiamente dietro il microfono supportato dallo splendido lavoro alla chitarra di Mattia Tedesco. Anzi, è proprio Tedesco ‘a fare la differenza’ spesse volte. Nonostante questo qualcosa non va. Il cd scivola via sui fiumi dell’hard rock anni 90 in stile Emerald Rain, Melodica e via discorrendo perdendosi tra melodie già sentite. Ciò non toglie che sia un disco tecnicamente notevole con ottimi cori e ottimi arrangiamenti. Purtroppo però questo non basta a non farlo sembrare un long playng arrivato con circa 25 anni di ritardo. Ma probabilmente l’intento era proprio questo, ossia inserire quasta opera prima nel solco tracciato dal nuovo hard rock. Molto apprezzabile la opening A place of judgment, adrenalinica e potente e la ballata Didn’t wanna care con un bel a solo acustico e la title track, ottimo mix acustico elettrico.
In definitiva questa opera prima rimane un buon disco consigliabile a chi resta legato a determinate sonorità, a chi non le conosce ma vuole scoprirle con un ottimo prodotto, sconsigliato a chi cerca qualcosa di nuovo. Una piccola parentesi: per essere un’opera prima si pone a livelli cui altre band non sono arrivate neppure dopo il decimo disco.
TRACKLIST
01.A Place For Judgement Day
02. Heart Of Stone
03. Shadows And Lights
04. Maybe Forever
05. No Prisoners
06. Didn’t Wanna Care
07. Unbreakable
08. Don’t Dare To Call It Love
09. Cowboys Once, Cowboys Forever
10. Rehab
11. Until Forever Comes
12. Everything