Ridatemi il mio corpo
Capitolo 6
Ryoko giunge sul bordo del condotto pochi istanti dopo il balzo del sospettato. Pochi istanti che sono sufficienti a non far rinvenire nessuna traccia.
‘Due di voi lo inseguano – dice ai pochi uomini che gli sono stati dietro – gli altri preparino delle squadre e cerchino di tagliargli la strada. Non sarà facile. Da qui può essersi diretto ovunque, ma dovete riuscirci’.
I due soldati incaricati dell’inseguimento scendono dalla scaletta laterale dell’imboccatura imprecando contro quello squilibrato.
Ryoko torna indietro.
Fuori dal tombino altri uomini lo aspettano per aver gli ordini.
‘E’ scappato – dice appena all’aria aperta – ma non ci sfuggirà a lungo’.
Attorno le fiamme continuano a far piegare le lamiere nonostante l’acqua che cade dal cielo.
Senza fermarsi si dirige verso l’ufficio di controllo.
Alle sua spalle un subalterno parla concitatamente per radio.
‘Capitano – dice rincorrendo brevemente Ryoko – c’è un problema’.
Ryoko sorride. Lo sguardo fisso, il cervello che partorisce nuove strategie.
‘Non credo possa essere peggiore di quelli che abbiamo già’.
‘Diciamo – azzarda il miliziano – che è un aggravante’.
La piccola casetta prefabbricata in cui hanno sede gli uffici si avvicina e con essa la speranza di un posto caldo e asciutto.
‘Non perdiamo tempo – stringe il capitano – cosa è successo’.
‘E’ stato trovato un altro corpo straziato…’.
Le parole arrivano alle orecchie di Ryoko come il clangore e lo stridore di vecchie lamiere arrugginite.
‘Mancava solo questa – dice aprendo la porta del piccolo ufficio – dove?’
Il soldato non si è allontanato di un solo passo.
‘In uno dei palazzi qui di fronte – aggiunge con un tono meccanico – . Precisamente all’isolato B654321, a poche centinaia di metri dall’ingresso della Takeda. Fino a questo momento non si hanno molti dettagli. Gli uomini hanno rinvenuto il corpo di una donna orrendamente mutilato. Non si sa nulla di più. Nessuno del vicinato pare aver sentito o visto nulla’.