Troppo spesso molti chitarristi confondono la perizia tecnica con cascate di note o con arrangiamenti complessi. Non si tratta di dimostrare quanto si è bravi, piuttosto sarà l’ascoltatore ad apprezzare quanto bene si si riesce ad esprimere. Suonare è come scrivere su un foglio o parlare in pubblico. Gli scrittori o gli oratori sono più o meno apprezzati a seconda della loro capacità di convincere il pubblico. Con questo Millenium, Yannick Robert certo convince, eccome. Nessun virtuosismo fine a se stesso, nessun eccesso, nessuna nota ‘stonata’. Solo gran classe e gusto per la melodia. Su un tappeto minimal il nostro intesse arazzi fitti di noti, di storie e narrazioni. Non è jazz puro, non è rock puro, non è blues puro ma è tutto questo messo insieme con una strizzatina d’occhio al buon Jimi Hendrix, più che a Van Halen, grazie ai giochi di volume. Una menzione va anche ai suoi compagni di viaggio Franck Agulhon alla batteria e Benoit Vanderstraeten al basso. I tappeti delle canzoni sono minimal ma i tre ben si muovono in uno spazio che più che vuoto è pieno di possibilità. In conclusione un ottimo disco ben bilanciato, prodotto e suonato. Un ascolto consigliato a chiunque sia in cerca di buona musica che esca dagli schemi ma stia attenta al sentimento.