Partiamo da un presupposto, la tecnica e le capacità di Saahil Bhargava non sono minimamente in discussione. Sono oggettive ed innegabili. Il nostro ha dalla sua una padronanza teorica e pratica davvero notevoli e questo Kohima ne è davvero la prova. Un brano progressive, nell’accezione più alta del termine, coadiuvato da uno splendido video curato da Keshav Dhar. Buona anche la produzione, cristallina, e la scelta dei suoni. Se una pecca si vuole trovare in questo lavoro è data dal genere prescelto e dai riferimenti troppo diretti ad una delle band capostipite, i Dream Theatre.
Il che, dato l’accostamento, non è assolutamente male. Purtroppo però i confini del prog contemporaneo e della band di Petrucci rischiano di far perdere Saahil Bhargava tra le centinaia di nuove proposte presenti in rete e sul mercato. Sarebbe un vero peccato considerando l’ottimo punto di partenza dell’artista. Come sempre un brano è troppo poco per poter dire qualcosa di definitivo. Di certo la strada intrapresa dal losangelino è più che buona. Speriamo non si smarrisca.