Grande passo in avanti per Giuseppe Calini con questo nuovo Polvere, strada e rock’n’ roll. Un disco che stilisticamente non si discosta molto dal precedente. Stilisticamente, perché, come intenzione è lontano anni luce. E si. È un disco ruvido, polveroso, caldo, sentito.
La base resta sempre rock blues, la differenza è che questo secondo disco è tutto meglio proporzionato e suonato. Il tutto appare più decisamente sotto il pieno controllo dei musicisti.
Anche il nostro ha migliorato le doti canore. Restano sempre alcune vecchie pecche, il debito verso Ligabue sembra inestinguibile, ma si tratta di scelte stilistiche più che di plagio. Ottimi i suoni che formano una amalgama equilibrata e avvolgente. Probabilmente un cambio di musicisti ha dato nuova vita la progetto del nostro.
Molto ben curato anche il packaging con libretto interno con testi e immagini correttamente evocative. Inutile un track by track. È un disco che può essere ascoltato tutto d’un fiato senza annoiarsi. I testi narrano di sogni e vita vissuta in stile rock’n’roll. Un giusto compendio a basi ruggenti.
Sono state colmate in pratica tutte le lacune emerse nel precedente lavoro con una ancora maggiore orecchio al rock di matrice prettamente americano.
Buoni i ritornelli, non forzati o stucchevoli. Diversi gli interventi di chitarra, come genere impone, circostanziati e mai fini a se stessi.
Si possono udire echi di AC/DC o qualche afflato Aor. Molto buona anche la ballad di turno, Guardo, sorrido e dico ‘io non ho’ che esce dal classico canone cuore infranto per muovere una critica ai tempi moderni.
In definitiva questo nuovo di Giuseppe Calini è un disco convincente, con un buon ritmo, estivo, da cantare a squarciagola in un concerto all’aperto.