Spesso il mondo delle cover band è visto come qualcosa che poco ha a che fare con la musica ‘vera’. Viene da sè che così non è. Che si tratti di rifacimenti o tributi le capacità servono, così come la fantasia per poter ovviare a mancanze di tipo strutturale, soprattutto in sede live. Insomma, il mondo delle cover è l’altra faccia delle medesima medaglia, ossia la musica. E, in quanto mondo, da conoscere e scoprire. Cercheremo di farlo attraverso interviste a band che in questo universo vivono. Chiederemo come ci sono arrivate, perché questa e non altre scelte e molte altre cose. Iniziamo il nostro tour con i DM Reloaded di Udine, tribute band dei Depeche Mode.
Buona lettura.
Una presentazione per chi non vi conosce
Buongiorno a tutti, siamo i DM RELOADED, siamo di Udine ed abbiamo il piacere di fare un tributo ai grandissimi Depeche Mode. La nostra Line Up si compone da: Salvo (voce e front man) – Luca (Synt e Sound Engineering) – Daniele (Synt/Piano – Chitarre e Sound Processing).
Da che tipo di esperienze arrivate?
Le nostre origini musicali si perdono nei periodi adolescenziali, con esperienze musicali diverse, che passano dalle cover band fino alle esperienze singole in produzioni proprie, che spaziano in tutti i generi musicali, dove abbiamo formato le nostre personalità musicali ed affinato le potenzialità personali.
Come siete giunti al progetto attuale?
Nel 2017 ci siamo incontrati, grazie ad un tributo ai Pink Floyd, e nel 2018 abbiamo deciso di formare i DM RELOADED, dopo 2 anni di lavoro abbiamo generato il progetto attuale. I motivi che ci hanno spinto a questa decisione sono semplici, la musica è ispirazione, e concepire musica “propria” vuole dire dare sfogo alle proprie idee, rendendo un’artista libero di esprimersi e privo di confini o barriere.
Perché un gruppo tributo?
Formare un band tributo vuole dire “passione”, riprodurre musica che non è propria ma che fa parte del proprio bagaglio musicale, che non vuol dire costrizione, ma soddisfazione nel poter onorare ed eseguire i pezzi che ti hanno portato delle emozioni e che hanno accompagnato la nostra vita.
Che cos’hanno, per voi, i Depeche Mode che gli altri non posseggono?
I Depeche Mode, sono un gruppo che nel corso della propria carriera, è stato capace di evolvere e di plasmarsi alle mode, senza mai abbandonare le proprie origini, fondate e radicate nella musica elettronica. Sono passati decenni e generazioni, ma loro riescono ancora a farsi apprezzare, dimostrando che gli anni ed il tempo non conosce confine.
Che cosa le persone non hanno capito dei Depeche Mode?
Chi non gradisce i Depeche Mode, probabilmente non ha vissuto in pieno gli anni 80 e non ama particolarmente la musica elettronica, i veri fan si definiscono “Devotes”, pensiamo che questo termine comprenda realmente la passione per i ragazzi di Basildon.
Quale loro canzone vi siete detti: sarebbe piaciuto scriverla noi?
Ci sono tanti pezzi che avremmo voluto partorire dalle nostre menti, ma pensiamo che la sintesi massima sia Enjoy the Silence, in quanto è un pezzo perfetto sotto l’aspetto musicale; raccoglie al suo interno lo spirito della musica elettronica, un testo emblematico ed una fluidità di ascolto disarmante.
Qual è stato il momento più difficile nel mettere in piedi questo progetto?
Realizzare il progetto non è stato facile, ma senza nasconderci il periodo più difficile è stato quello della pandemia, perché non potevamo essere vicini a lavorarci.
Vi sareste aspettati il riscontro che avete o avete pensato ne avreste avuto di più?
Ogni gruppo musicale, spera di avere un ottimo riscontro e sotto questo aspetto siamo delusi, purtroppo i gestori dei locali, non amano molto questo genere. Essere tribute band oggi: dipende cosa suoni…..questa caratteristica principale, è l’ago della bilancia tra suonare e non suonare, poi se non hai una agenzia di booking e vuoi fare di testa tua, diventa tutto più complicato.
Perché avete scelto quel particolare periodo della carriera dei DM?
Il Devotional Tour, per noi fan estremi dei Depeche, è l’apoteosi, il karma, la vetta, il periodo migliore dei depeche mode.
Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta
Nessuno ci chiede mai perché lo facciamo, risponderemmo solo per passione, e non per guadagno, noi ci divertiamo e fino a che sarà cosi, non scendiamo a compromessi….
Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervistereste e cosa gli chiedereste?
Vorremmo tornare indietro negli anni 80, e capire come riuscivano, esattamente a fare musica del genere, con l’attrezzatura che avevano a disposizione.
Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge
Chiediamo ai gestori dei locali, di avere il coraggio di osare, oltre le solite sonorità ed i soliti gruppi tributo o cover, vi ringraziamo per averci dato questa possibilità e vi invitiamo a partecipare ad un nostro spettacolo, noi cerchiamo di trasmettere la nostra passione vera, ed aspettiamo qualcuno che riesca a comprendere e ricevere il nostro messaggio.