Le band prog italiane hanno un carattere e delle peculiarità da sempre riconoscibili. Fin dagli anni ’70 il suono nostrano è stato identificabile rispetto agli altri. In questo primo singolo degli Stargenesis, The dream of a new hera, si torna a quella condizione. Infatti la non catalogabilità immediata è uno dei loro tratti caratteristici. Certo, la base è progressive, innegabile il richiamo ai Dream Theatre, ma all’interno del brano troviamo psichdedelia di pinkfloydiana memoria (la mia personale opinione non vede la band di Gilmour tra i gruppi prog), l’hard rock di classe dei Fair Warning, PFM, Banco e sprazzi di scuola inglese. Insomma un mix eterogeneo che dà personalità ai nostri. Il brano è una cavalcata di quasi 8 minuti che si sviluppa in un crescendo che culmina con l’ingresso della voce per poi progredire con molteplici cambi. Non mutazioni repentine ma tutte piuttosto morbide e naturali nell’incedere della canzone. Notevole il lavoro della batteria e delle due chitarre che si incrociano alla perfezione. Ottima la produzione, pulita e potente, così come l’esecuzione. Da notare anche la voce con un estensione capace di colorare il brano diversamente a seconda delle necessità pur avendo un timbro molto acuto.
Come sempre in questi casi, un brano non è sufficiente per un punto di vista oggettivo ed esauriente. Possiamo affermare che come apripista del disco in uscita per il 2023 questo brano apre spiragli di un ottimo lavoro. Non resta che aspettare.