Giuda di Fase, all’anagrafe Valerio Urti, è un brano decisamente coraggioso. Ma che cos’è il coraggio in arte? Molti dicono andare a tutti i costi contro le convenzioni. Altri, fare quello che vuoi al di là di tutto. Se i benpensanti hanno problemi, fatti loro. Dal mio punto di vista coraggio in arte è produrre opere vere, reali, senza orpelli. Opere che non devono e, soprattutto, non vogliono dimostrare nulla nessuno. Per Fase è così. Dalla sua il giovane torinese non ha solo questo.
Il brano in questione è soprattutto una canzone contemporanea, che ottimamente rappresenta una generazione. Con una base strumentale essenziale, dalla forte carica malinconica, soprattutto con un testo intenso, esplicito senza essere volgare, forte e dirompente, l’autore riesce a dipingere un quadro a tinte forti dei giovani di oggi. Non è dato capire se è voluto o semplicemente ‘è venuta così’. Fatto sta che dalla scelta delle parole, alle situazioni descritte in video tutto risulta essere reale, sincero, vero.
La scelta di girare il video in 9/16 con riprese davvero amatoriali, all’interno delle quali il cantautore appare solo come comparsa, è forse la mossa vincente per dare la giusto forza all’insieme. Se qualcuno glielo ha consigliato, complimenti per l’intuito. Se, come è bello pensare, lo ha fatto e basta, non gli si può dire che bravo.
In conclusione, se Fase è la premessa di un anno di musica, l’anno non si sarebbe potuto aprire in maniera migliore. Coraggioso, punk, dirompente senza per forza essere violento, intelligente e per questo sfacciato. Ora non resta che ascoltare l’intero disco per avere conferma di tutto ciò e verificare se si è trattato di una cometa, o meno. Brano di cui si consiglia l’ascolto a chiunque, non foss’altro per avere di fronte un ottimo modo per esprimere se stessi senza essere banali, derivativi o costruiti a tavolino.