Esce il primo capitolo di Le Crisalidi, la linea lanciata dall’etichetta Lady Day composta da sole artiste. Ad aprire le danze per la prima pubblicazione sono due cantanti dallo stile contrapposto. NicoNote, che canta su una base esclusivamente elettronica, e Veronica Marchi, che invece poggia la sua voce su un tappeto più tradizionale, acustico. Va sottolineato che l’acquisto del vinile contribuirà ‘alla rinascita di una donna vittima di violenza’.
Partiamo da NicoNote, artista eclettica.
La sua ricerca artistica non si è mai fermata. Anzi. Negli anni si è dipanata in diverse arti, teatro, musica, cinema. Oggi si concretizza nuovamente contribuendo alla prima uscita di Crisalidi della labe Lady Day. Il brano, Canzone istantanea, va a coprire il primo lato del vinile. Musicalmente è, appunto, sperimentazione. Non estrema, ma sempre spiazzante. Non esiste un vero e proprio stile di riferimento. Così come non esiste un vero e proprio cantato.
Si tratta più di uno speech con punte da vocalist di musica elettronica. Ed è proprio la musica elettronica a fare da base al testo, in italiano. Suoni dub a sorreggere uno scritto che sottolinea l’importanza delle parole, del loro utilizzo, della loro pesantezza, in ogni ambito. La base è ipnotica, suoni carichi di delay, bassi dilatati. E la voce non è da meno. Anche su questa dilatazioni ambient che danno forza al significato delle parole. Se da una parte il brano può easy listening perché non presenta particolari complessità strumentale, dall’altra è legato all’abitudine a determinati suoni e atmosfere. Per molti ma non per tutti, almeno di primo acchito. Ripetuti ascolti aiutano ad entrare sempre più nei meandri delle dilatazioni dei suoni perdendosi in un viaggio all’interno di uno spazio tutt’altro che vuoto.
Consigliato a chi ama la ricerca, la sperimentazione, la non convenzionalità. Un brano decisamente notturno.
Proseguiamo con il brano di Veronica Marchi, ‘E tutto il resto sarà vita’.
In questo caso siamo nel canto del cantautorato più tradizionale. Voce, piano, qualche intervento di chitarra acustica nel ritornello. Anche per Veronica Marchi l’attenzione è posta tutta sul testo. Intenso, intimo, delicato. Un racconto di vita, la difficoltà di riprendere il cammino dopo un intoppo che ha messo tutto in discussione. Stilisticamente il paragone potrebbe essere fatto con un riferimento poco cantautorale, ossia un brano degli Evanescence. Le atmosfere, la voce rarefatta, i crescendo possono richiamare alla mente le performance di Amy Lee più che di una voce nostrana. È proprio la voce della nostra a dare il valore aggiunto al testo. Una voce, appunto, onirica, mai urlata, emotiva, emozionante. Una canzone toccante grazie alla semplicità del suo arrangiamento.
Un brano che potrebbe piacere sia a chi segue la musica cantautorale italiana, sia agli amanti di sonorità esterofile ma applicate alla lingua nazionale.
Certamente da ascoltare.