Portabandiera del prog contemporaneo con un occhio attento al passato, gli Space Traffic, si raccontano in questa intervista. Spiegano la loro genesi, da dove nasce il disco, il loro debutto, da dove traggono ispirazione. Soprattutto, descrivono le intenzioni: portare più persone possibili nello ‘space traffic’ grazie alla forza della loro musica. Un’intervista tutta da leggere.
Una presentazione per chi non vi conosce
Siamo una rock band indipendente proveniente dallo spazio siderale… al momento atterrati ad Aosta per una sosta
Quando e perché è nata l’avventura Space Traffic?
Nasce alla fine del 2015 da un incontro dettato dalla passione per la musica e trasformatosi in un veicolo verso… l’universo!
Origine del vostro nome?
Lo Space Traffic è il luogo in cui ci troviamo mentre stiamo suonando e in cui ci vorremmo trasportare più gente possibile, con la forza dell’entusiasmo e della nostra musica. Inoltre è fortemente legato ad un aneddoto accaduto agli astronauti dell’Apollo mentre viaggiavano dietro al lato oscuro della luna…
In un commento alla recensione avete sottolineato come in altri paesi il vostro disco non sia considerato così complesso come invece è stato da noi descritto. Potreste spiegare perché?
Forse perchè in altri paesi continuano a sognare un mondo diverso e non si arrendono alle nuove culture musicali, ormai perlopiù standardizzate e robotizzate… forse per questo si lasciano trasportare più facilmente nel traffico spaziale
Scrivere un disco è una necessità o un vezzo?
È un discorso di comunicazione che abbraccia tutti i principali ambiti delle nostre vite, trovando una sintesi nella musica.
Una band cui vi siete rifatti e che vi influenzato più delle altre?
Non è facile dare un risposta perché sono molte le band a cui siamo legati ed appassionati, anche relativamente distanti tra loro. Sicuramente tutto il rock degli anni 70, di stampo classico, hard e progressive. senza però mai disdegnare le sonorità più moderne!
Che cosa vi ispira per i testi?
Tutto ciò a cui la scienza non riesce ad arrivare ..l’anima e l’energia cosmica
I riferimenti al rock classico sono molto forti nel disco. Cosa non ha la musica di oggi che non funziona?
La maggior parte è standardizzata, creata a computer o in ciclostile. mentre negli anni addietro c’era un energia di un altro livello dove il sentimento ti arriva dritto e forte
Il rock è morto? Se no, perché. Se si, c’è un momento preciso, dal vostro punto di vista?
Non è morto e non morirà finche non ci trasformeremo tutti in macchine… ma in quel momento anche la musica non servirà più!
Qual è stato l’aspetto più difficile da affrontare per il disco sia in fase compositiva sia di registrazione?
Non è mai facile fermarsi e fissare le idee in maniera definitiva in una registrazione. vorremmo sempre perfezionare le cose, tirare fuori nuove idee e soluzioni!
Il suonare in una band, necessità di espressione o voglia di stare assieme?
Espressione, e al contempo una grande capacità di sintonizzarsi sulle stesse frequenze influenzandosi a vicenda in maniera implicita
La vostra provenienza geografica, ha influenzato il vostro modo di comporre?
Volevamo cantare in patois, il dialetto locale in Valle d’Aosta. Ma poi ci hanno fatto desistere e abbiamo optato per l’inglese…
Il live che ricordate con maggior affetto?
Il prossimo! Perché più di tutto… ricordiamo il futuro
Un momento particolarmente ilare della vostra carriera?
Recentemente, durante le registrazioni di un pezzo nuovo, abbiamo voluto inserire alcune idee interessanti.. che ci hanno fatto divertire un sacco! Ma non possiamo anticipare ancora nulla!
Una band contemporanea underground che consigliereste?
Withsounds revolution band
…e un artista che dopo tanti anni ancora vi stupisce?
Gli Stones… non mollano mai
Ieri l’idea, oggi il disco… e domani?
Abbiamo 3 nuovi pezzi in fase di registrazione, sarà uno studio-live in pura energia Space Traffic
Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta?
Più che altro è una domanda che introduce il nostro nuovo batterista Florian Bua. Con la sua esperienza, attitudine e potenza sonora ha portato la sua visione dello space traffic. E quindi la domanda sarebbe… cosa vi ha portato il nuovo batterista?
Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervistereste e cosa gli chiedereste?
I grandi del passato che non ci sono più. Come Jimi Hendrix, Freddie Mercury, John Lennon, Jim Morrison, David Bowie, Bonzo, Chris Squire… giusto per citarne qualcuno. La domanda sarebbe: quali sono i vostri grandi insegnamenti che non sono stati compresi e che si sono persi?
Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge
Non lasciatevi intrappolare da sistemi creati ad arte ma siate liberi, magari viaggiando con lo Space Traffic