Un disco interessante quello di Lorenzo Cortoni. Un lavoro suggestivo, di rock sanguigno, caldo, pulsante. Senza limite di genere in realtà. Nel senso. Il disco è rock ma al suo interno ci sono influenze molto diverse. Dai classici come Springsteen, a Bon Jovi passando attraverso i Doors, Johnny Cash e John Dender. Un cd a stelle strisce, in tutto e per tutto. Domina la scelta delle ballate. La dimensione acustica pare essere quella in cui Cortoni si trova maggiormente a proprio agio.
Per essere più chiari, si tratta di power ballads, quindi brani in cui elettrico ed acustico si intersecano a creare trame avvolgenti in supporto alla voce. Un altro elemento caratterizzante è l’Hammond, quasi onnipresente. Viene da sé il sapore che l’organo dona alle composizioni. Quello di Cortoni è un disco sussurrato. Il cantato non è mai eccessivo o urlato. Pieno si, ma non fuori contesto. Il che è in perfetta linea con il calore generale trasmesso dai brani. Qua e la emergono reminiscenze settantiane. Si ascolti Redeption dove sono più marcate che altrove. Home alone, come suggerisce lo stesso titolo, è un disco intimo, scritto da un uomo con la sola compagnia della chitarra.
Molto bonjoviano da questo punto di vista. Se si dovessero dare delle coordinate visive, le immagini riguarderebbero una persona in viaggio. Un viaggio piuttosto malinconico, riflessivo. Un guardare fuori dal finestrino mentre il mondo scorre e i pensieri fluiscono senza alcun ostacolo. Anzi. Il cullare delle note fa emergere riflessioni altrimenti sopite. Oltre ai su citati artisti, è innegabile l’aleggiare del fantasma degli Stones. Non è invadente ma ben presente in più frangenti. Angel, non la cover, ne è un omaggio. Molto accattivante il country rock di Just for money. Qui domina il basso con un groove ad hoc. Le chitarre si fanno più crunch che distorte. L’accompagnamento ritmico ricordo di Tito e Tarantula, ma meno acidi.
Tirando le somme. Quello di Lorenzo Cortoni è un buon disco. Pacato, riflessivo, d’atmosfera. Non è un lavoro melenso, sdolcinato. È un lavoro sincero. Dà la sensazione che l’autore abbia voluto condividere degli stati d’animo interiori che hanno trovato la propria voce con la musica.