Prendiamo spunto ancora dalle vostre playlist per conoscere nuove realtà. Questa volta è il turno degli Small Jackets. Il combo è fautore di un rock n’ blues coinvolgente, adrenalinico, sanguigno. Se volessimo trovare un riferimento diretto, solo per precisare meglio l’ambito di azione, potremmo dire i Black Crows che si incontrano con i Motley Crue più rudi senza tralasciare i Cult o i Jet o Primal Scream. Il disco di riferimento per questa recensione è l’ultimo lavoro in studio dei nostri, Just like this.
Il cd è potentissimo, diretto, caldo, coinvolgente. Non presenta nessun calo, nessun tentennamento. La band ha ben chiara la propria identità e cosa vuole ottenere. L’emozione che maggiormente passa attraverso le tracce è la voglia di divertirsi attraverso la musica senza dover pensare di voler dimostrare qualcosa a nessuno. Solo riff sparati, voce urlata, batteria diretta e basso martellante. Un wall of sound assicurato nei live. Come detto lo stile degli Small Jackets è un pregevole connubio di hard rock e blues con venature funkeggianti.
Inevitabili i riferimenti alle band che hanno reso grande il genere negli anni ’70. va specificato che non si tratta di riproporre il già sentito. È meramente una questione stilistica. Richiami che sono inevitabili. Le percussioni di Funky crunchy woman riportano alla mente un solo nome e una sola canzone. Non mancano diverse digressioni all’interno dei brani. Quello che più salta all’orecchio da questo punto di vista è The jail. Riff rock and roll che si trasforma in movimento funky fino a circa metà canzone. Qui subentra un inatteso cambio di atmosfera. La canzone si trasforma in un rock and roll acido, distorto.
Ma i cambi non finiscono qui. Dopo il ritornello nuova trasformazione. La chitarra abbandona la distorsione per presentarsi con un crunch e un breve refrain degno dei film di Tarantino. Si torna su binari più diretti anche se meno ‘tirati’ con la successiva Movin On. È un rock n’ blues in piena regola con pianoforte, a solo di chitarra lancinante voce graffiante, non urlata. Ancora si corre con la successiva Get out of my way. La chitarra torna protagonista con un riff incalzante non particolarmente distorto.
Mid tempo cadenzato caratterizzato da un ritornello fatto per il ive. Il disco chiude con Celebrate, una delicatissima ballads di gran classe. Viene abbandonata la velocità, lasciate le distorsioni, dimenticata la voce urlata. Quello che gli Small Jackets propongono è un grande soul blues a tinte jazz. Atmosfera, suoni languidi, note lunghe. Il solo è lasciato nella abili mani del tastierista. Ed è proprio questo a donare quella sapore da club di New Orleans. La batteria di fa delicata anche quando il brano entra a pieno ritmo. Voce evocativa, calda.
Tirando le somme. Grande disco di rock and roll per una band che live deve dare il meglio di sé. Ottima produzione che è riuscita a mantenere intatta la potenza del gruppo ma allo stesso tempo è riuscita a renderla per quello che è, diretta, saltellante. Quello degli Small jackets è un disco altamente consigliato a tutti. Specialmente se state attraversando un momento della giornata impegnativo. Vi darà le giusta carica per riuscire ad andare avanti o la giusta scusa per ballare sopra i vostri guai.