musica arcircolo

C’è chi la musica la crea e chi dà spazio agli autori per farla conoscere. Ne parliamo con Evengelos Voutos, esponente dell’ARCircolo di Pomezia. Una realtà giovane ma che da subito si è impegnata per dare spazio alle realtà underground. Ciò che la caratterizza è lo spirito di accoglienze, inclusione e l’impegno sociale. Un intervista tutta da leggere.

Una immagine del collettivo. Evangelos Voutos al centro con la barba, senza occhiali e cappellino

Oggi parliamo con Evangelos Voutos, esponente di ArCircolo di Pomezia. Come è nato il
gruppo operativo?


Ciao Carmine, siamo un collettivo affiliato ad Arci nato idealmente proprio durante il Covid
nel marzo del 2020, e successivamente, legalmente il 24 giugno 2021. Nato dalle ceneri
dell’associazione che occupava quegli spazi precedentemente, quando con Alessandro, uno
dei fondatori all’inizio, e poi tutti quanti gli altri abbiamo deciso di rifondare il tutto. Era nata
fortemente l’esigenza di far nascere di nuovo un’associazione che potesse dare vita a
qualcosa di bello in un paese a ridosso della provincia di Roma che di suo offre veramente
poco a livello culturale. Ad aprile del 2022 purtroppo abbiamo perso il nostro Alessandro ed
abbiamo deciso di dare ArCircolo il suo nome, ArCircolo Alessandro Casponi appunto.


Perché la scelta di proporre musica indipendente? Non sarebbe più facile e remunerativo
presentare cover band?


ArCircolo oltre alla musica propone anche altre attività quali il teatro, la letteratura, la poesia,
il disegno, ma la musica è la parte a cui dedichiamo più tempo e spazio sicuramente. La
musica indipendente e la libera espressione in generale è la nostra prerogativa, riteniamo
fondamentale il libero circolo delle idee e quindi anche della musica, in tutte le sue
sfaccettature che gravitano attorno al rock. Le cover band le lasciamo suonare altrove, nei
contesti mainstream, dove la musica è considerata solo merce, preferiamo dare spazio alle
band che hanno difficoltà oggi giorno a suonare la propria musica.


In un contesto come quello attuale, quanto è importante proporre manifestazioni a favore
delle band indipendenti?


Per undici mesi all’anno, noi facciamo quasi un live ogni sabato. Il nostro obiettivo è quello di
creare un vero e proprio circuito, dove le band stesse possono confrontarsi e fare amicizia,
scambiarsi opinioni fra di loro. Vederle crescere, portare nuove canzoni, dischi nuovi, per noi
è motivo di orgoglio.


Qual è la difficoltà maggiore che avete incontrato nel tempo?

La nostra associazione è composta da tutti volontari e volontarie, pertanto si evince che le
spese per noi sono tante e spesso non riusciamo a dare un cachet vero e proprio alle band,
ma soltanto un rimborso, oltre al bere e la cena ovviamente. Questo comporta che anche la
scelta delle band di seguire la nostra politica è fondamentale, infatti quelle che restano e
tornano a suonare sono quelle band con cui noi stessi poi costruiamo un vero e proprio
rapporto di amicizia. Il rapporto umano è per noi fondamentale.

La soluzione?

Non abbiamo la palla di vetro per trovare alternative, o soldi per far suonare band di spicco,
ma ad esempio, per lo scorso compleanno abbiamo investito dei soldi che avevamo messo
da parte per far suonare band che venivano da fuori, nel caso specifico, Circus Punk da
Milano, Lamecca dalla Campania e i più vicini Mutonia, nella stessa sera che abbiamo
raccolto millecentoventi euro che abbiamo donato alla Onlus Peter Pan che si occupa di
bambini malati di cancro.


Com’è la risposta delle persone? È come ve la sareste aspettata?

La risposta ad ogni evento è sempre un punto interrogativo. Noi non essendo un locale non
pretendiamo che ogni band si porti una carovana di persone, ma sicuramente, essendo
ormai un punto di riferimento, abbiamo persone che arrivano dalla provincia ed anche da
Roma stessa. La vicinanza a Roma di certo non ci aiuta ma riusciamo a giocarcela lo
stesso. Rispetto a questa situazione, soprattutto per come viene maltrattata la musica
indipendente, a mio parere siamo sulla buona strada per prenderci ancora le nostre
soddisfazioni.


Cosa manca oggi alla promozione dei gruppi indipendenti?

Oggi giorno anche con i social ed il modo anche un po’ malato di comunicare, la promozione
diventa un vero e proprio lavoro per le stesse band, spesso anche un’altissima qualità non è
abbastanza supportata dal resto degli addetti ai lavori. Quando noi proponiamo i live, di
certo cerchiamo di lavorare ad una promozione soddisfacente insieme a loro.

Dal vostro punto di vista, cosa si dovrebbe fare di più per attirare l’attenzione delle persone
verso la musica underground?

Io personalmente credo che le band indipendenti debbano fra loro darsi una mano,
promuoversi a vicenda, ascoltarsi live reciprocamente, procurarsi date da dividere insieme. Il
live rimane l’unico modo ancora per promuoversi al meglio, suonare bene e rimanere nella
mente della gente in un modo o in un altro. Noi da questo anno ad esempio, siamo andati a
cercare sul territorio le band di ragazzi giovani anche minorenni che sapevamo esserci.
Stiamo creando il modo di dar loro l’opportunità di suonare da noi almeno una volta al mese.
Ti assicuro che ne vedremo delle belle, di giovanissimi nemmeno ventenni. Questo è un
altro dei nostri sogni, fare da apripista al nuovo che avanza anche se è pur sempre
rock’n’roll, but i like it, come diceva qualcuno.

La spaccatura tra mainstream e underground pare si stia allargando. Un bene o un male?

Non so se è un bene o un male sinceramente. Se vedessi un giorno i Circus Punk aprire ad
un concerto degli Artic Monkeys io sarei felicissimo, ma questo non credo sia il vero
problema, anzi. Qui abbiamo gente che suona per davvero e molto bene pure, non è gente
che scrive canzoni che ci sbomballano le orecchie per i tre mesi estivi e poi scompaiono, ci
sono contenuti, poesie in canzone, musica nuova, arrangiamenti fighi, voci particolari. Forse
il pubblico non è abituato al nuovo ecco, almeno credo in Italia.

Moltissimi eventi, specialmente in quest’ultimo periodo, sono ad ingresso gratuito, cosa
ne pensate?

Sarà un incentivo a fare ascoltare la musica a più persone? Non so. Noi come circolo Arci,
per motivi fiscali, non possiamo avere un ingresso a pagamento anche se c’è sempre un
bussolotto apposta per sostenere la musica indipendente.

Si parla sempre di cultura underground, ma esiste davvero?

Io che sono classe 76 ti dico che è veramente dura oggi pensare che esista una cultura
underground, forse perché negli anni d’oro che abbiamo vissuto forse era più evidente,
esistevano le fanzine, ricordo le locandine che erano poi manifesti, attaccate alle stazioni,
quando c’era la possibilità di vedere i Carcass a cinquemila lire in un centro sociale. Ora
sarebbe possibile comunque, soltanto se però noi adulti riuscissimo a consegnare una volta
per tutte il testimone ai giovani ventenni. Di certo di band underground ce ne sono a iosa.

Il peggior difetto che avete riscontrato negli artisti che avete ospitato?

Noi condividiamo dei principi morali ed etici molto importanti e che ci danno pure una certa
responsabilità. I difetti, riscontrati per fortuna raramente sono legati alla maleducazione, alla
presunzione, al sentirsi al di sopra di qualcun altro, non capendo lo spirito che fa andare
avanti il nostro posticino magico (come lo definisce la nostra Mari). Quando questo accade
di certo quella band non torna più da noi.

La scelta di proporre solo gruppi indipendenti, può essere definita una ‘scelta politica’?

Assolutamente sì, grazie per questa domanda. E’ esattamente così, una voce contro, un
grido che va oltre e che vuole arrivare a chi la pensa così.

L’underground merita più attenzione? Perché?
Prima ti parlavo di Fanzine, non ne esistono più. Non c’è gente che scrive di musica in modo
sereno e serio, quando dico serio, intendo senza tifo; ci vorrebbero più Tempi Dispari. Ci
vorrebbe più attenzione anche da parte delle radio locali, anche quelle stanno diventando un
luogo di mercificazione della musica purtroppo.

I progetti futuri?

Ricominciamo a bomba con i live il due settembre con un evento di beneficenza per i cani
meno fortunati, dove ci sarà una cena vegana a supporto, la danza del ventre e tre live,
allego l’evento facebook https://fb.me/e/4Fesanakh mentre a fine mese, il 30, festeggeremo
il compleanno di Ale con un festival punk dove suoneranno i Plakkaggio in chiusura.

Un saluto a chi ti legge.

Grazie per essere riusciti a leggere fin qui, vi invitiamo a seguire innanzitutto la nostra
pagina Facebook ArCircolo Alessandro Casponi ed Instagram ArCircolo32 in modo da
essere aggiornati sulle nostre attività e non solo i live. Scriveteci qualora vogliate proporre la
vostra musica, ma soprattutto veniteci a trovare, troverete un ambiente amichevole e
sereno. Una birra in compagnia ed un biliardino all’esterno dove poter giocare allegramente
e gratuitamente

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