Domestic Arapaima “La Cuadra”
No, ma che nome folle, difficile da ricordare, proprio gente che di marketing non ci capisce nulla. Poi vai a vedere che questo Arapaima è un pesce tropicale, un animale per niente intrigante e dal nome dimenticabile per giunta. Io non li conosco questi Domestic Arapaima, non so chi siano, so solo che sono italiani e fanno una roba che qualcuno chiama “breakcore”. La cover dell’album è onestamente brutta, e su spotify le visualizzazioni sono risibili, e ci credo. E che sono italiani si capisce anche dal nome di qualche brano tipo: “Nella pancia della balera” che fa sorridere per il gioco di parole.
Così alla fine ci sono cascato e me li sono andati a sentire. E non ci potevo credere: ogni istante di ogni brano di “La Cuadra” esplode di una fantasmagorica potenza geometrica, meticolosi all’estremo, e forse ipertecnici, per quello che ne so e che sento (poi ho letto che la roba è tutta suonata e che si avvalgono di musicisti su Fiverr).
Prendono arie del folk nostrano oppure delle altre musiche del mondo (arie balcaniche, western..) e le massacrano, le dissezionano, le destrutturano con un uso dell’elettronica iperviolento, le contaminano con il più iperbolico degli Squarepusher, con frammenti di jazz o di lirica, e non ti lasciano respirare per tutto il loro incredibile, sovrumano lavoro di sovrapposizione elettronica.
E il tutto funziona, è esaltante, anzi è la cosa più esaltante e adrenalinica che abbia sentito da molto tempo a questa parte. E sono italiani e hanno pochi ascoltatori su spotify forse perché sono italiani e l’Italia di ora non se li merita. Ma un giorno vorrei essere sotto il palco e pogare nella pancia delle loro balere ipercinetiche evocate dall’Altrove.
Oppure vorrei essere sul palco prima o dopo di loro e scansare i loro cavi bollenti per sistemare la mia pedaliera davanti a una manciata scarsa di persone fortunate.
Octagon (Fiesta Alba)