Il panorama musicale estremo nostrano da sempre è fucina di talenti. Sono diversi i nomi che si distinguono in questo ambito. E per tipologia di proposta musicale, e per perizia tecnica, e per tematiche. Gli Heruka racchiudono diverse di queste caratteristiche. Soprattutto spiegano come anche la musica estrema possa evolvere. Una chiacchierata ricca di punti, tutta da leggere.
Una presentazione per chi non vi conosce
Il progetto Heruka venne creato nell’anno 2000 da me, Adranor (Vocals/Bass/Keyboards/Drum
programming), e Valdemar (Vocals/Guitars) dando alla luce la prima demo che registrammo tra il
maggio-giugno 2001: “Doxa Epicurea”. Il monicker “Heruka” deriva da una distorsione
dell’antico nome di Erice (Iruka) utilizzato durante la dominazione degli Elimi che, secondo lo
storico ateniese Tucidide, era un popolo composto da esuli troiani e dalla popolazione autoctona.
Per quanto riguarda la formazione della band originariamente era composta da soli 2 elementi:
Valdemar e me. Successivamente ho portato avanti il progetto da solo con l’aiuto di Moha sia in
studio (registrammo “Leggenda” nel 2005) che nei live. È seguito un periodo d’inattività fino al
Successivamente al mio trasferimento nel Lazio il progetto ha ripreso vita coinvolgendo altri
elementi oltre me, Adranor (Guitars/Background Vocals), Moha (Bass), Nekrom (Vocals) e NemuriShi (Drum/Background Vocals). Con questa formazione sono stati rilasciati il primo album
“Deception’s End” (2018), l’EP “Turning to Dust” (2019), il secondo album “No Sun Dared Pass
Our Windows” (2020) e il live album (Dvd/Blu-ray) “Dust from the Deception Sun” (2021).
Infine con l’ingresso in formazione al basso di Cruz ed il conseguente ritorno di Moha alla chitarra, è
stato rilasciato il terzo album “Memorie” (2022).
Qual è il vostro genere?
Il genere musicale che proponiamo è un black metal, a tratti atmosferico e a tratti crudo e diretto,
molto personale con influenze da altri generi di musica estrema e non solo.
È stata una scelta?
Non ci siamo imposti né tanto meno abbiamo scelto il genere. Tutto è avvenuto naturalmente in fase
compositiva. Ovviamente molto hanno inciso gli ascolti musicali che abbiamo fatto
precedentemente alla nascita del progetto musicale stesso. L’anima degli Heruka si evolve in
continuazione necessariamente parallelamente alle nostre esperienze di vita. Chissà se un domani il
genere proposto si potrà ancora definire con questo termine.
Le vostre influenze?
Nelle recensioni e nei commenti degli ascoltatori sono state riscontrate affinità della nostra musica
a molteplici realtà musicali più o meno note. Non c’ispiriamo però ad una o più di esse in maniera
particolare. Abbiamo intrapreso una nostra strada, personale, cercando di non farci influenzare nel
nostro modo di comporre, liberi da ogni vincolo. Per gli ascoltatori è però naturale fare dei
paragoni e preferiamo lasciare loro definire le nostre influenze dopo averci ascoltati.
Di cosa trattano i vostri testi?
Nei nostri testi esploriamo gli angoli più oscuri della mente umana, dal desiderio di morte dettato
dalla sofferenza e argomentato nelle tracce di “Memorie” o di “Turning to Dust” ad esempio, alla
follia, tema che abbiamo esplorato in “No Sun Dared Pass Our Windows”. In quest’ultimo ci si
interroga su quale e dove sia il confine che definisce la malattia mentale. Testi sempre molto
introspettivi e visionari a cui viene data particolare importanza.
Come nascono le vostre canzoni?
Musica e testi vanno di pari passo: contemporaneamente alla stesura di arrangiamenti musicali
viene impostata la parte delle liriche. Una fortissima simbiosi fra i due elementi affinché il prodotto
finale possa essere più forte e coerente possibile con il messaggio che vogliamo trasmettere.
Principalmente sono io che mi occupo di entrambe le cose anche se in passato soprattutto Nemuri
Shi mi ha aiutato non poco. Poi tutti collaborano a raffinare e ultimare l’insieme.
Quanto è importante la musica nel mondo di oggi?
La musica rappresenta una componente fondamentale nella vita dell’uomo sin dall’inizio della sua
esistenza. Portatrice di ogni emozione conosciuta, dalla felicità alla gioia così anche dalla
sofferenza e all’angoscia. Spesso spunto di riflessione e di esplorazione del proprio io, al giorno
d’oggi un compositore punta per lo più a stupire, anche senza che a questo stupore si debba
necessariamente dare una connotazione positiva.
Si è persa parte della sua essenza principale e chi compone non lo fa per una sua genuina passione bensì per il mero scopo di lucro e voglia di apparire. Proprio per questo motivo ad esempio un’etichetta discografica investe su un artista non in base a quello che crea ma in base al peso della sua presenza sui social. Un declino evidente nella grande maggioranza dei casi ma fortunatamente esistono ed esisteranno ancora delle eccezioni per cui la musica continuerà ad essere quel per cui è nata.
Parlateci del vostro ultimo disco
Il nostro ultimo disco “Memorie”, rilasciato in versione cd dall’etichetta Rude Awakening Records
nel 2022 e successivamente in versione tape dall’Impaler DistroList nel 2023, è un’esplorazione di
molteplici stati d’animo legati all’inconsistenza della vita umana e alla necessità di porvi fine.
Ognuna delle dieci tracce che lo compone descrive una determinata esperienza di vita tormentata
in cui un essere umano può essere coinvolto non per suo volere. La lingua scelta per la stesura dei
testi è l’italiano.
Quanto è importante la copertina di un cd?
Riteniamo che la copertina di un cd sia estremamente importante in quanto è parte del progetto di
comunicazione legato al messaggio che si vuole trasmettere oltre a ricoprire un ruolo nell’aspetto
commerciale. Non di rado però delle releases con copertine stupende nascondono delle
composizioni davvero di scarsa qualità o in cui si clona palesemente un gruppo mainstream. Al
contrario dei cd con delle copertine poco accattivanti possono rivelare una maturità musicale non
da poco.
Una band per cui vorreste aprire?
Non ambiamo ad aprire a una determinata band in particolare. A noi più che altro interessa vivere a pieno l’esperienza live magari anche una buona sinergia con le altre band con cui dividiamo il palco. Il bello della musica live è anche questo: condivisione di esperienze.
Un gruppo mainstream che ancora vi stupisce?
Personalmente non ho mai seguito molto i gruppi mainstream tranne poche eccezioni. Da sempre
preferisco di gran lunga sostenere l’underground estremo, soprattutto nazionale. Si scoprono realtà
davvero interessanti e valide purtroppo però non supportate come meriterebbero.
Aspettative per il futuro?
Oltre a cercare quanto più possibile di proporre dal vivo la nostra musica, è già stata programmata
una nuova release per il 2024; stavolta insieme ad altre 2 band del panorama estremo italiano.
Continueremo a percorrere il nostro cammino senza esitazione.
Un motivo per cui le persone dovrebbero ascoltarvi?
Cerchiamo di catapultare l’ascoltare nel nostro mondo musicale, un viaggio immersivo e sinestetico
attraverso gli stati d’animo che ogni testo descrive in sinergia con la musica.
Un saluto a chi vi legge
Ringraziamo i lettori del vostro portale per il tempo dedicato a leggere quest’intervista sperando di
aver suscitato in loro la curiosità ad ascoltarci e ringraziamo inoltre voi di Tempi Dispari per lo
spazio che ci avete concesso.
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