speranza

C’è speranza per il futuro. Questa volta non si tratta di una domanda, ma di una affermazione. C’è davvero speranza per il futuro della musica del domani ed è data da band come Falling in reverse. Ammissione di colpa, non li conoscevo minimamente e sono venuto a sapere della loro esistenza per assoluto caso. A giudicare dai riscontri dei loro video e dagli iscritti al loro canale youtube, non sono esattamente degli sconosciuti. Perché danno speranza per il futuro?

Perché sono l’esatta summa di ciò che la musica è oggi. Un melting pot di generi e stili senza alcun limite. Tralasciando la preparazione tecnica, che in ogni caso è impressionante, all’interno dei lavori dei nostri, in giro dal 2008, si possono trovare sfuriate black metal che sfociano in momenti rap o trap o drill che fanno da introduzione a fraseggi epic metal che si esauriscono in ritornelli punk con una punta di pop.

Insomma di tutto un po’ ma con un risultato strepitoso. Wikipedia li definisce pop punk. Punk ok, ma il pop non ce lo vedo molto. Le aperture melodiche? Per forza sono pop? Quindi i Green Day possono andare in tour con Madonna? Sciocchezze a parte, quello che mi ha colpito dei Falling in Reverse è la capacità di non avere nessun limite, di riuscire ad utilizzare senza remore qualsiasi tipologia di linguaggio musicale che possa essere strumentale a quello che vogliono dire all’interno di un brano.

Ora, non so se siano considerati commerciali o meno, ma sono davvero bravi. Per inciso, se loro sono commerciali, gli Spliknot sono da Sanremo. Come precedente i soli che mi vengono in mente, ma decisamente più settoriali, sono gli Amaranthe. I falling in reverse è un ascolto che mi sento di consigliare a chi grida alla crisi vocazionale del rock, allo scandalo della scopiazzatura, alla dittatura dei bei vecchi tempi. Lo si deve ammettere, per poter apprezzare questo genere si deve uscire dalla confort zone, soprattutto dai preconcetti. E per noi italiani, abituati a saper fare una sola cosa per volta, è difficile. Per questo non ci sono band del genere nel nostro panorama.

O, se ci sono, sono molto ben nascoste. Noi siamo ancora attaccati ad una visione stereotipa, anacronistica, marcia, della musica e della cultura musicale. Noi cerchiamo ancora di eguagliare i classici invece di superarli. Invece, nel resto del mondo, si va avanti. Si prende atto che le band storiche rimarranno tali, e si cercano altri stimoli. Non ci si fossilizza sul chi potrebbe prenderne il posto. Ovvio che per noi ‘over’, nessuno lo potrà mai fare, ma per un ventenne magari i Falling saranno i nuovi Metallica.

Per noi vecchi non saranno altro che ragazzetti che avranno scopiazzato di qua e di là senza fare nulla di originale perché tutto è stato già detto e scritto da band migliori. Il fatto di unire a generi per noi tradizionali e tradizionalisti, le nuove tendenze non ne fa qualcosa di nuovo. Ma tant’è. Forse anche noi, come le band che seguiamo e amiamo, abbiamo fatto il nostro tempo.

È il caso di restare chiusi nei nostri recinti social a ricordare i bei vecchi tempi che non torneranno più perdendoci ciò che di buono c’è ai giorni nostri. Restiamo nelle nostre riserve per specie in via di estinzione. Uscire è pericoloso. Hai visto mai potremmo rimanere folgorati da qualcosa che possa mettere in discussione le nostre certezze.

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