Bravo Blynch. In questo suo ultimo lavoro è riuscito a condensare buona parte della nuova generazione di cantautori nostrani. Li ha amalgamati in uno stile personale e riconoscibile con testi in italiano non banali ma allo stesso tempo fruibili.
“Bordibianchi”, l’ultimo lavoro di Blynch, è molto più di un album; è un rifugio emotivo dove si fondono nostalgia, semplicità e introspezione. Definito dallo stesso cantautore come una raccolta di “storie del tempo fermo”, il disco esplora i ricordi dell’adolescenza e il loro riverbero nel presente, offrendo una narrazione che si muove tra passato e futuro. Questo progetto si pone come un gesto di riconciliazione con il sé di ieri, abbracciando le complessità e le vulnerabilità che lo hanno caratterizzato.
La musica di Blynch racchiude quella delicatezza che porta l’ascoltatore a riflettere, ma allo stesso tempo lo avvolge in un’atmosfera intima e accogliente. L’influenza di artisti come i primi Coldplay, Elliott Smith e Nick Drake è evidente nelle sonorità eteree, costruite su trame acustiche che sembrano quasi fluttuare. C’è una grazia rarefatta nel modo in cui le melodie accompagnano testi che approfondiscono l’incomprensibilità dell’animo umano, trasformando la fragilità in una forza universale. Ogni traccia si fa portavoce di un messaggio capace di parlare non solo dell’artista, ma anche dell’ascoltatore, con una sensibilità disarmante.
L’album è un viaggio nel quale l’artista invita l’ascoltatore a confrontarsi con le proprie paure, i propri ricordi irrisolti e quel senso di spaesamento che spesso ci accompagna nella transizione tra le fasi della vita. Esplorare se stessi attraverso la musica, come suggerisce Blynch, diventa un modo per rielaborare ciò che è stato e guardare con occhi nuovi ciò che può ancora venire. Le tematiche trattate abbracciano l’amore, la perdita, l’accettazione e la rinascita, toccando corde profonde senza mai risultare artificiose o forzate. C’è un equilibrio sottile tra la malinconia di ciò che si è perso e il dolce conforto della memoria. Le canzoni di “Bordibianchi” non si limitano a descrivere uno stato d’animo, ma offrono attivamente una via d’uscita o, almeno, un nuovo modo di vedere le cose. Anche i momenti più cupi vengono trattati con una leggerezza pensata per alleggerire, non minimizzare, il peso che portano.
Con “Bordibianchi”, Blynch crea un universo sonoro in cui la fragilità umana trova la propria bellezza, dimostrando che anche dai momenti più complessi possono nascere opere capaci di generare empatia e trasformazione. È un album che ascolti con il cuore e con l’anima prima ancora che con le orecchie, lasciandoti cambiato.
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