Laika, con questo nome viene ricordata la cagnolina che il 3 novembre 1957 fu imbarcata a bordo della capsula spaziale sovietica Sputnik 2, in partenza per una missione che non prevedeva il ritorno.
Laika… “Sono sempre stato affascinato dall’idea di dare un volto, un nome, ad ogni sensazione, quasi come se sentissi l’esigenza di pensare alle emozioni come a delle persone. E questo nome e questa immagine racchiudono tutto il pezzo.“
Si parla di un addio, dunque. L’addio che parte da “un passato fatto di momenti nitidi, intimi, nudi, e diretti da qualche parte, o forse… dentro se stessi.”
Laika, canzone dell’addio, è però anche la canzone di un ritorno, quello di RESCUE: ritroviamo infatti il cantautore che due anni fa ha ‘increspato le acque’ della scena indipendente italiana con un album, “Silence Here”, che ha stupito e incantato per la capacità di fondere sonorità anglosassoni (che portavano con sé la scelta di un cantanto in inglese) a poesia ad alto tasso di emotività e intimità.
Torna RESCUE, ma stavolta torna in italiano: “Era da diverso tempo che pensavo di scrivere un brano in italiano.
Sentivo l’esigenza di iniziare un percorso che mi portasse ad esplorarmi ancora di più, cercando di non distorcere in alcun modo la mia natura. Così, un pomeriggio di maggio, in una stanza di pochi metri quadrati, le mie dita iniziarono a sfiorare i tasti del mio pianoforte e io capii che la storia d’amore (mia e di tutti) che scorreva lentamente sulla mia pelle poteva essere raccontata, seppur con fonemi diversi, dalla stessa persona.
E’ la prima storia che canto in italiano.
Non sarà di certo l’ultima.”