Ovvero, anche se abbiamo affrontando, e non siamo ancora usciti, da un momento difficile, non ci si deve abbattere. Le soluzioni ci sono, serve però molto lavoro per raggiungerle.
A parlarci della sua musica della fase 2 questa volta è Andrea Lanzillo. Musicista, promotore di concerti, manager, direttore di una scuola di musica. Il pensiero di chi vive di musica e per la musica a tutto tondo.
Come sarà la musica della fase 2? Live, acustica, analogica, vintage, elettronica, domestica…come è cambiato, cambierà e come sarà il lavoro del musicista da qui in poi?
La musica della fase 2 sarà svolta in modo molto mirato per via delle restrizioni e dei protocolli che il governo ha varato per questo periodo appunto di fase 2.
Locali con capienza limitata e non più di tot persone in aree aperte, pertanto i musicisti dovranno adeguarsi a lavorare in situazioni più piccole e sopratutto dovranno lavorare molto con lo streaming per comunicare e mantenere una certa visibilità. Sicuramente chi già in passato ha lavorato con tecnologie all’avanguardia oggi trarrà un beneficio maggiore
Le cose cambieranno effettivamente o, come ha detto Zerocalcare, si tornerà semplicemente “alla tristezza della nostra vita senza neppure più la scusa del virus”?
Non approvo ciò che dice Zerocalcare. Chi ha saputo costruire bene in passato non solo lavorerà ancora, ma lavorerà ancora di più in seguito. E poi, che brutto star sempre a piangere .
Troppi live streaming per un pugno di like o il solo sistema per cercare di far circolare la propria arte?
Entrambe le cose, molti solo per prendere un po’ di like che comunque non portano a nulla, altri per mantenere degli standard e mantenersi in un certo livello.
Limiti e potenzialità del settore, ossia quali mancanze e quali punti di forza ha evidenziato la quarantena?
La quarantena ha evidenziato quanto questo lavoro sia complicato e poco considerato dalle istituzioni, e purtroppo nel nostro paese sarà così ancora per molti anni secondo me, e questo è un grosso limite. Potenzialità? Ci sono tanti artisti possono dire ancora moltissimo a livello compositivo e produttivo, e dare anche un qualcosa di fresco a questa scena
Questo periodo sarà servito a far capire alle persone che l’artista o, il musicista nello specifico, è un mestiere come qualunque altro e non un hobby?
Purtroppo no, non credo che sia servito. Il problema è che in Italia non si è presi sul serio e suonare sembra appunto più un hobby che altro. Non credo ci sarà mai un rimedio a questa cosa
Cose da fare per rilanciare il settore?
Eventi, tanti tanti eventi, sensibilizzare il pubblico e invogliarlo a sostenere la scena musicale, portare qualità e sopratutto far divertire la gente, perché fondamentalmente manca proprio questo, lo stare insieme , che sia un pub un live club o una piazza di paese
Molte scuole di musica sono anche associazioni culturali, progetti per il futuro, ossia, come sopravvivranno?
Domandone!! Allora si, tantissime sono giustamente associazioni altrimenti con le società si andrebbe incontro a spese insostenibili. Per reggere serve costanza e non demordere. Purtroppo in questo periodo tutto il mondo ha accusato un dramma economico, non dobbiamo abbatterci e creare più iniziative possibili. Sconti, masterclass e promozioni in grado di accontentare tutti e sopratutto le tasche di chi appunto frequenta una scuola o manda i propri figli a studiare
Una cosa che hai imparato da questo quarantena
Ho imparato che se si lavora così, nei momenti di difficoltà continui comunque a lavorare e sopravvivere a situazioni davvero difficili.
Se dovessi trovare una canzone simbolo per quello che è accaduto (non per forza contemporanea) quale sceglieresti e perché?
Per me We are the champion! Rispecchia il fatto di essere un vincente in un momento dove comunque ogni mattina mi sono alzato e lavorando sodo ho portato a casa dei grandi risultati.
La prima cosa che farai nel post quarantena?
Organizzare live, ho già in parola diverse situazioni che non solo sono di alta qualità ma sopratutto faranno bene per far rialzare la nostra scena musicale