Whitney (Sabrina Martina) e Max (Andrea Lintozzi) soffrono di disturbo schizoide di personalità e vivono nel profondo delle loro realtà immaginate: una espansiva e fantasiosa, l’altra oscura e brutale. Per liberarsi da queste visioni e diventare membri funzionali della società, si imbarcano in una sperimentazione clinica di farmaci che potrebbe cancellare questi mondi per sempre. Ma sono davvero in grado di lasciarsi alle spalle le loro fantasie? In un’epoca medicata in cui la nostra immaginazione è colonizzata dai mass media, come facciamo a sapere quando la felicità e l’amore sono reali?
“Portare in scena World Builders di Johanna Adams significa innanzitutto condividere con il pubblico italiano un testo teatrale molto intenso e ingiustificatamente poco conosciuto, che ha calcato le scene newyorkesi con un grande successo di pubblico e critica.”_ annota il regista Riccardo D’Alessandro. “ Max e Whitney, i protagonisti di questo viaggio di formazione, o più̀ appropriatamente di omologazione, sono lo specchio di come tendiamo ad affrontare la diversità oggi, dimenticandone la portata di gioia e di energia vitale. Ho scelto di rappresentare questa commedia per mostrare quanto di poetico e magico ci sia nella visione “altra”, sposando appieno le parole con cui la critica l’ha accolta: questo lavoro mette in seria discussione tutto ciò che presumiamo di sapere sulla malattia mentale e la sua supposta anormalità, permettendoci di sperimentare una visione più ampia che abbraccia gamme cromatiche ed emotive inaspettate.
La nostra cultura considera la malattia mentale una cosa inequivocabilmente negativa. Un disturbo che dovrebbe essere debellato. Ciò ignora il fatto che la maggior parte dei nostri artisti più famosi lotta con la malattia mentale. Può essere una fonte di grande bellezza, ispirazione e saggezza. Questa commedia esplora la malattia mentale da quell’angolazione. Per celebrare le possibilità e la gioia che a volte si possono trovare nel mezzo della tragedia di una grave malattia mentale. Può essere una benedizione così come una maledizione. Questo gioco si occupa di questo fatto. E cerca di portare il pubblico con alcuni dei doni vividi, meravigliosi e terribili che può darti essere pazzo.”
In questo progetto teatrale si esplora il disturbo schizoide di personalità. Le domande in questa commedia sono: “La malattia mentale è davvero così grave?” “A che punto la malattia mentale è produttiva o addirittura superiore alle normali interazioni nel mondo?” “Chi ha il permesso di fare quella chiamata di giudizio?” “Il paziente può dire: ‘Non sto soffrendo. Mi sto godendo la mia malattia mentale’?” A che punto diventa un comportamento ovviamente malsano e folle? C’è una certa validità in quel tipo di argomento. I personaggi stanno esplorando questo concetto. Non si preoccupano delle loro malattie mentali. Imparare a convivere con qualcosa come un disturbo bipolare significa cercare il positivo.
Regia di RICCARDO D’ALESSANDRO
Con ANDREA LINTOZZI e SABRINA MARTINA
Scene e costumi di NICOLA CIVININI
Traduzione ENRICO LUTTMANN
DALL’1 AL 4 DICEMBRE
TEATRO LO SPAZIO-ROMA