La libertà espressiva, intesa in senso molto lato, non è cosa semplice da conquistare. Ancor più difficile è mantenerla, soprattutto se si fa musica. Per i veneti Motivi per litigare è il primo termine che viene in mente finito l’ascolto del loro secondo lavoro, Nuovi Fossili. Sgomberiamo subito il campo da una possibile incomprensione.
Libertà espressiva non significa ‘dico tutto quello che voglio e chi se ne frega’. O, non solo. Per i nostri significa nessun limite si di argomentazione, ma, soprattutto, stilistico. Hip hop? Rock contemporaneo? Blues? Funky? Tutto assieme. I nostri spaziano da un genere all’altro senza porsi nessun problema. Il filo risso che tiene insieme quelli che, a volte, sono davvero voli pindarici, sono cantato, in italiano, la voce e i testi, decisamente in debito verso il buon Caparezza nelle parti più rappate.
Nessuna delle liriche, per quanto il brano possa apparire leggero ed easy listening, è banale. Tutt’altro. Affrontano tutte problematiche contemporanee, sociali, esistenziali strizzando anche l’occhio alla fantascienza. Non proprio argomenti per rotocalchi. Le basi si adattano alle esigenze delle liriche che sono ora cantate, ora urlate, ora rappate, con lo stesso ottimo risultato.
Ancora, ulteriore freccia all’arco dei Motivi per litigare, è la padronanza degli strumenti. Non stiamo parlando di virtuosi, in nessun ambito. Si parla di musicisti molto preparati, che ben danno vita ai diversi mood. Passare dal blues al funky attraverso il rock e farlo bene non è facile. Per quanto quanto riguarda i suoni, ottimamente scelti, una sola nota. Forse chitarre più pesanti nei brani più rock non avrebbero stonato, anche se avrebbero fatto pendere maggiormente la bilancia verso un new metal che alla band, forse, non appartiene.
Volendo segnalare un brano più incisivo sul resto, soggettivamente, Mandalorian, in odore di Cypress Hill fino all’esplosione finale che richiama i Linkin Park
In conclusione, un ottimo lavoro per i Motivi per litigare. Eterogeneo, variegato, non banale ma non per questo ‘pesante’. Come dicevano le crew degli anni ’90: si salta e si pensa.
Un disco consigliato a chi non ama la monotonia di un solo genere pur cercando una coerenza di base che ben identifica la band.