Una caratteristica dello street punk è la passionalità, l’essere senza freni, diretto, di non accettare compromessi. Se poi il cantato è in italiano, le su citate caratteristiche si sentono in maniera ancora più chiara. E sono le direttive su cui si muove Borghetti Crew, split realizzato dai baschi Brigade Loco ed i perugini Azione Diretta. Punk con venature hardcore. Sparato, violento, inarrestabile. I testi raccontano di storie di vita, di condizione umana, di società, di calcio.
Borghetti Crew rispetta quelle che sono le direttive del genere. Fuori dai binari invece la durata delle canzoni. Per gli Azione Diretta. Non rientrano nei canonici 3 minuti del punk. Anzi. Quasi tutte superano i 4. Un dettaglio non da poco vista l’immediatezza della proposta. Questo a sottolineare come, oltre alla voglia di gridare, ci sia anche la volontà di farlo nella migliore maniera possibile. I brani vengono sviluppati, non sono schegge lanciate a piena velocità, forieri di violenza, verbale e sonora, fine a se stessa. Ancora.
La durata non fa perdere un solo grammo di potenza, di forza, di impatto. I riferimenti stilistici non possono che essere i paladini dello street punk: Cockney Rejects, Angelic Upstarts, The Exploited, The 4-Skins e via citando. La monoliticità delle canzoni non preclude intermezzi ritmici che calmano le acque prima dell’esplosione finale. Il controllo degli strumenti ai nostri non manca. Non è ostentato, il genere non lo richiede, ma ben presente. Ottima anche la produzione. È riuscita a tenere vivo tutto il wall of sound generato dai nostri. Dal vivo deve essere un impatto davvero notevole implementato dai ritornelli corali urlati a squarciagola. Ciò che maggiormente emerge, soprattutto dai testi, è la lotta contro condizioni di ingiustizia sociale, sfruttamento, ingiustizia. L’invito è quello di non arrendersi, come ben esplica Solo ma resisterò.
Concludendo.
Borghetti Crew è un disco immediato. D’impatto. Che fin da subito o si ama o si odia. Non ha e non permette mezze misure. Un album che tocca corde spesso sopite nel tentativo di risvegliarle. Canzoni di rivolta e lotta. Un lavoro consigliato non solo ai cultori del genere o a chi ha nelle orecchie chitarre sparate ma a tutti colori i quali hanno dentro un non meglio specificato disagio a cui vogliono dare voce. Una voce potente, urlata, capace di squarciare il grigiore di molte città.