krell

L’hard rock nostrano continua a sfornare ottimi prodotti.

Tra questi va annoverato il nuovo Krell, Desert. Un bel disco di hard rock contemporaneo, ottimamente suonato e prodotto. Potente, trascinante, coinvolgente. Il tappeto ritmico è incalzante, deciso. Il riffing maturo, giustamente complesso. Va menzionata la sezione ritmica di basso e batteria. Questi offrono un supporto monolitico per il lavoro delle chitarre. La tecnica e la padronanza strumentale si evincono da ogni solco. Lodevole l’attenzione all’aspetto narrativo. Questo non viene surclassato da parti strumentali superflue o troppo arzigogolate. Da evidenziare il gusto degli a solo. Veloci alle volte ma mai in maniera estemporanea.

La band pare essersi concentrata sull’impatto complessivo del disco più che sui virtuosismi. Scelta azzeccata. Il cd non ha un solo calo. Riesce a tenere l’ascoltatore, anche dopo ripetuti passaggi, incollato senza annoiare. I brani, come genere impone, sono aperti, solari, caldi. Tuttavia non manca una certa vena ‘oscura’, dovuta più che altro alle ritmiche ‘spesse’, d’impatto. Ancora, la melodia tiene sempre banco anche nei frangenti più duri. Ottimo il lavoro della voce.

Questa, come le chitarre, è perfettamente inserita nei brani. Aspetto non scontato. Troppi sono i gruppi che non fanno attenzione all’adeguatezza del cantato con la base strumentale. I Krell in questo si distinguono. Il cantato non è mai eccessivo, seppur tenuto su toni acuti. Se si volesse trovare un riferimento stilistico potremmo chiamare in causa, solo per la sezione strumentale, i Black label society. Giusto per dare un riferimento. I brani si susseguono senza intoppi.

Ad ogni ascolto emergono nuovi dettagli, passaggi sfuggiti. Approfondendo l’ascolto si è coinvolti sempre più nei testi, nella narrazione. Visivamente il disco richiama davvero un deserto. Dove però si sta sfrecciando su una vecchia Cadillac con i finestrini abbassati.

Il nostro autista ha rigorosamente i capelli lunghi, gli occhiali da sole, t shirt grigia, jeans e stivali. Si ferma in un drugstore che si muove sinuosamente sotto il caldo torrido. Il negozietto è di legno. Sotto l’immancabile porticato, bikers sorseggiano birra fredda. Il viaggio riprende. Il nostro corre verso le dune che nascondono la strada. Destinazione sconosciuta. L’importante è il viaggio. Non l’arrivo.

Quello che conta è il senso di libertà, di solarità che i brani trasmettono. Interessante la decisione di non comprendere nella tracklist la classica ballata. Si deve ammettere che nell’incedere complessivo non è una mancanza che pesa.

Concludendo. Un ottima lavoro per i Krell. Onesto, diretto, senza inutili orpelli. Trasmette emergia e senso di libertà. Fuoriesce dalle casse anche il divertimento che la band deve aver provato nel creare i brani e nel registrarli. Una band che va sicuramente vista dal vivo.

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