Il panorama italiano non smette mai di stupire. Se con gli Star Nightmares credevo fosse difficile arrivare allo stesso livello, con i Mess Excess devo ricredermi. La loro musica tocca vette davvero impressionanti. Non come i siciliani, ma poco ci manca. Definirli prog, che è il genere cui appartengono, è in ogni caso riduttivo. Nei loro brano c’è di tutto. Metal, rock, lirica, jazz, musica tradizionale e chi più ne ha più ne metta. Al di là di ciò, i Mess Excess sono emozionanti. Molto emozionanti. Le loro opere, di questo si tratta più che semplici canzoni, sono mastodontiche, immense, complesse sinfonie.
Non metta fuori strada questo termine, sinfonie. Siamo lontani dal metal/rock sinfonico inteso in senso stretto. Ma non c’è altra maniera per definire i loro dischi. Pochi artisti mainstream blasonati sono riusciti a toccare vette così alte. Il pubblico televisivo insegue Evanescence, Lacuna Coil, Amaranthe et similia. Non sa cosa si perde con il combo fiorentino.
Si ascolti il loro ultimo From Another world part 2 per avere un’idea di ciò che le parole riescono solo a descrivere a grandi linee. Le due voci femminili si inseguono, si alternano, si sovrappongono in cori coinvolgenti, ‘epici’ (virgolette d’obbligo non volendo in nessuna maniera accostare la band al versante epic metal). La sezione ritmica è un mare in tempesta. Continui cambi, controtempi, tempi dispari. Il tutto con una fluidità sorprendente. Ecco, questa è una delle caratteristiche che più colpisce delle composizioni. Seppur complesse, intricate, sinfoniche, fluiscono senza nessun intoppo.
I Mess Excess hanno avuto la capacità di amalgamare talmente bene le varie parti da rendere l’ascolto quasi ‘leggero’. Anche se di leggero nella loro musica non c’è nulla. Ancora. L’ascoltatore, fin dal primo passaggio, viene convolto, trascinato all’interno dei dischi. E non se esce fino all’ultima nota dell’ultimo brano. Un track by track del loro ultimo lavoro sarebbe riduttivo e fuorviante. Il rischio sarebbe evidenziare un solo aspetto sui molteplici presenti in ogni singola canzone.
Il lavoro compositivo della band è davvero notevole. Il loro è poi un disco trasversale. La capacità di amalgama di cui sopra stuzzicherà si i cultori del genere, ma non lascerà insensibile qualsiasi cultore della buona musica. From Another world part 2 è un full lenght melodico per tutta la sua durata. Questa domina ogni solco. Gli a solo, che si alternano tra tastiera e chitarre, sono sempre di ottimo gusto. I virtuosismi sono nella composizione dei brani, non in arzigogoli barocchi. Ascolto dopo ascolto si continuerà a rimanere stupiti di come un certo passaggio non lo si sia colto in precedenza. Al centesimo ascolto sarà quasi frustrante. Il pensiero sarà: come ho fatto a non sentirlo, è così evidente. Evidente nel momento in cui il disco inizia ad essere interiorizzato.
In conclusione. I Mess Excess sono sorprendenti nel senso migliore del termine. Se si volesse avere un riferimento potremmo richiamare i migliori Conception. A livello visivo, invece, la musica della band è un film. Nel vero senso della parola. La narrazione è così fluida e conseguenziale da generare i fotogrammi di un lungometraggio. Il genere e il tipo di film dipende dalla sensibilità di ognuno, dal proprio background culturale. Personalmente mi hanno ispirato visioni di un futuro distopico paragonabile alle atmosfere del fumetto Brandon. Un’era a venire post catastrofica in cui vigono regole medievali. Una sorta di steampunk. Al di là di ogni considerazione, è certa una sola cosa: sono dischi più che consigliabili.