Ancora fresco di stampa il loro ultimo lavoro (recensione), i siciliani Ologram, si raccontano in questa intervista. Spiegano come nascono i loro brani, il perché della scelta di un genere come il prog. Danno il loro punto di vista sulla musica attuale, anticipano i loro prossimi passi. Un’intervista colma di curiosità e opinioni, tutta la leggere.
Una presentazione per chi non vi conosce
Ciao a tutti, sono Dario Giannì di Ologram, il mio progetto progressive rock. Vivo e scrivo a Siracusa.
Le influenze del prog anni 70 sono innegabili. Invece dei gruppi più contemporanei chi vi ha influenzato?
Direi, tra tanti, Porcupine Tree, It Bites, Marillion, Pain of Salvation, Dream theater e Neal Morse.
I riferimenti all’interno del disco sono molteplici, quali sono i vostri ascolti?
Oltre alle band già citate Pat Metheny, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Goblin,Genesis, Pink Floyd, ELP, Police, Toto, Muse ma anche cantautori come Pino Daniele e in questo momento Niccolò Fabi.
Di proposte prog ce ne sono diverse. Forse più di qualche anno fa. Qual è il vostro punto di vista? Se si, perché? Se no, perché?
È un genere con illimitate soluzioni espressive, quindi la quantità di proposte viene in certo modo da sé. L’altro risvolto della medaglia è, come in ogni ambito del mercato, che la qualità può esser sacrificata a vantaggio di un’offerta numericamente eccessiva.
Una domanda fatta anche ad altre band progressive. Cos’ha il prog che gli altri generi non hanno e, quindi, perché avete scelto questa formula espressiva?
Come accennato su, sebbene esistano certi stilemi ricorrenti, si tratta di un genere non-genere: i Genesis raccontano che all’inizio del loro percorso venivano scherniti a causa delle plurime – a detta dei critici, eccessive – influenze che popolavano la loro musica. Io penso che in questa dimensione di larga veduta risieda la peculiarità del prog: non avere ancoraggi, abbracciare l’ispirazione per come viene.
Ci sono band underground che seguite, che secondo voi andrebbero meglio conosciute e vi sentite di consigliare?
I Barock Project come prog italiano.
I vostri brani sono complessi. Come nascono? C’è una parte di ‘studio a tavolino’?
Poca, solo nel dominio degli arrangiamenti. In fase di composizione c’è piuttosto un’abnegata ricerca di aderenza all’idea astratta – una progressione armonica, una suggestione, un’idea…
Che cosa manca ai musicisti di oggi?
Probabilmente la voglia di fare musica come desiderio auto-esauriente.
Che cosa invece hanno che è mancato negli anni passati, eccezion fatta per internet?
Gli strumenti per poter ascoltare virtualmente tutta la musica composta dall’antichità ai nostri giorni.
Un momento divertente della realizzazione del cd che racconterete ai posteri?
Volevo filmare un video durante la registrazione del basso ma è successo di tutto: prima il jack che faceva rumore, poi le note sbagliate… Finalmente ero riuscito a suonare il brano ma non avevo premuto rec sulla videocamera…
Quanto è importante l’aspetto live?
Molto, comunicare con il pubblico è un piacere che poche altre formule possono regalare.
Qual è l’aspetto più complesso nel riproporre la vostra musica dal vivo?
L’insieme di coerenza con il lavoro in studio e la forza comunicativa della performance.
Perché il cantato in italiano?
Perché la nostra lingua offre soluzioni infinite e intrinsecamente eufoniche… Un po’ come il prog.
Ieri l’idea, oggi il disco, e domani..
Sto lavorando ai nuovi brani con la formazione live che comprende oltre me al basso, Roberto Giannì (mio fratello ) alle tastiere, lorenzo Giannì (mio nipote) alle chitarre, Giovanni Spadaro alla batteria e Fabio Speranza alla voce per un cd nel 2024.
Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta?
Quanti sono i livelli di interpretazione del vostro concept album?
Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervistereste e cosa gli chiedereste?
Mi piacerebbe intervistare Tony Banks per avere qualche retroscena sulle sue tecniche di composizione…
Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge
Ciao a tutti, non abbandonate mai il prog!