Con una carriera ormai trentennale alle spalle, svariati dischi, cambi di formazione e stop obbligati, i Panni Sporchi sono tornati a far parlare di sè. Con un nuovo lavoro (recensione). La loro musica è potente, viscerale, senza compromessi, rigorosamente cantata in italiano. Si possono serenamente porre sul sentieri tracciato da Extrema ed Insidia come ottima realtà metal nostrana. In questa intervista raccontano la loro storia, il loro punto di vista sulla scena contemporanea, come nascono le loro canzoni. Soprattutto, svelano come hanno fatto a ‘resistere’ per 30 anni. Tutta da leggere!
Una presentazione per chi non vi conosce
Ciao a tutti, per i tanti che ancora non hanno la più pallida idea di chi siamo, siamo i Panni Sporchi, band proveniente originariamente dalla bassa Modenese. Siamo in giro dall’ormai lontano 1992 e musicalmente cerchiamo di proporre del metallo cantato in italiano, buttandoci dentro qualsiasi influenza ci faccia “bene al cuore”.
Siamo in cinque, formazione classica, con Luca Melloni al microfono, Lorenzo Dodi alla batteria, Fausto Dotti alla chitarra solista, Simone Frassinelli al basso e in fine il vostro interlocutore di oggi Emiliano Gozzi alla chitarra ritmica e cori.
Una lunga carriera, la vostra, fatta di cambi di line up e fermo forzato. Quale lezione avete imparato in tutti questi anni?
Bhè, sinceramente nel nostro caso i cambi di line up sono quasi sempre stati dovuti non a litigi o incomprensioni ma a vere e proprie scelte di vita obbligate. Tant’è vero che con gli ex membri della band siamo rimasti tutt’ora amicissimi. Se c’è la possibilità non perdiamo l’occasione per farli risalire sul palco con noi a fare casino. Inoltre uno dei fondatori storici, Eddy Cavazza , è ormai da anni diventato il nostro produttore di fiducia. Quindi credo che la lezione più importante che abbiamo appreso è che anche nelle avversità, se credi veramente in qualcosa, difficilmente lo si abbandona a cuor leggero. E certi legami non muoiono mai veramente. Diciamo che dopo 30 anni il “mondo dei Panni Sporchi” è ancora un mondo in cui ci piace vivere!!
La scena da quando avete iniziato è cambiata. In che modo dal vostro punto di vista?
…ma se devo essere sincero, a parte l’inevitabile progresso tecnologico con tutti i benefici e i problemi che si è portato dietro, andando al nocciolo della questione la scena Italiana è rimasta essenzialmente la stessa. Ci sono band che fanno cose bellissime e altre meno. Noi stessi abbiamo avuto l’opportunità di suonare con tantissimi ottimi gruppi ma in Italia però, purtroppo, tranne pochissime ottime realtà, non siamo attrezzati come all’estero e nessuno investe seriamente nella musica, lo stato in primis. Insomma, c’è da continuare a lottare per continuare a coltivare il sogno….
Nel vostro ultimo Santo niente, sono riscontrabili diverse influenze. In particolar modo di band contemporanee. Secondo voi ci sono gruppi validi da seguire oggi?
Certamente! Anche se le nostre radici affondano profondamente soprattutto negl’anni ’90, all’interno dei Panni ogni membro ascolta anche cose davvero diametralmente opposte rispetto agl’altri. Il bello e la sfida è proprio quella di riuscire a miscelare e rendere personale ogni influenza che ci ha segnato e che mettiamo all’interno della nostra musica. Poi, secondo me, ogni ascolto è soggettivo. Ma ti posso assicurare che è capitato più di una volta che ci affibbiassero influenze di band che all’interno del gruppo nessuno aveva o ha mai ascoltato in vita sua neanche per sbaglio. Questa cosa io la trovo ogni volta davvero divertentissima!
Una band underground che consigliereste?
….mmmm….anche se ormai sono già arrivati al terzo album direi OneLegMan. Ma ce n’è sono veramente tantissime altre che meriterebbero di ricevere maggiori attenzioni!
Come nascono i vostri brani?
Ovviamente nell’era del digitale la maggior parte delle idee viene registrata per comodità a casa su PC. Poi, una volta scelte quelle che secondo noi vale la pena sviluppare, cominciamo a lavorarci su anche insieme al nostro amico/fratello e produttore di fiducia Eddy Cavazza. Una aggiustatina qua e là e le jeux sont fait! Si inizia il viaggio!
Se doveste iniziare oggi a suonare, fareste lo stesso genere?
Ah! Bella domanda! Sinceramente non lo so! Nell’arco degli anni i Panni Sporchi hanno sempre variato molto il loro sound. Infatti non abbiamo un album che suoni come il precedente e non so se partendo da zero nel 2023 suoneremmo le stesse identiche cose. Di sicuro faremmo musica con l’intenzione di dare il meglio di noi stessi, soprattutto in sede live.
Cosa vi ha stupito ascoltando il master del vostro ultimo disco?
Anche se può suonare presuntuoso ti dirò che non ci siamo per niente stupiti! Lavorando ormai da anni con Eddy Cavazza, nostro produttore di fiducia, eravamo già certi che sarebbe uscito un’ottimo lavoro.
Ma anche lui, come il buon vino, col passare del tempo migliora e infatti questo disco suona ancora una volta davvero dannatamente fresco e potente. A livello di sound e di arrangiamenti non ha davvero niente da invidiare a nessun’altra band. Ma la cosa più importante, secondo me, è che la produzione è completamente al servizio delle canzoni, ne esalta le qualità e i pregi. Ne siamo veramente orgogliosi.
Nella nostra recensione abbiamo citato Extrema e Insidia come vostri padri putativi. Vi ci ritrovate?
Essere accostati a due dei più grandi nomi della scena italiana naturalmente ci rende orgogliosissimi!
Io personalmente ho perso il conto di quante volte ho visto live gli Extrema! Se stilisticamente parlando
forse non siamo proprio vicinissimi comunque sono band a cui sicuramente ispirarsi!!!!
Secondo voi cosa manca alle band e agli artisti attuali?
Oddio, questo è un argomento su cui potremmo discutere per ore senza trovare un vero e proprio “colpevole”.
L’equazione che porta al successo a volte è talmente incomprensibile che non riesci davvero a capire
perché, ad esempio, a volte gruppi veramente “fotonici” non riescano mai ad arrivare alla visibilità che meriterebbero e altri gruppi obiettivamente inutili siano sempre sulla bocca di tutti! Di sicuro l’Italia è un paese difficilissimo da conquistare e in cui vivere di musica…..a meno che la band non abbia una bassista che suona sempre con fuori le tette e mezza nuda!!! (ah ah ah ah ah ah ah ah)
Il rock, il metal, è tornato nel sottobosco degli ascolti. Un bene o un male?
Sicuramente un bene! L’Italia, a parte pochissime realtà, è sempre stata, culturalmente parlando, carente di una vera e propria anima rock, relegando quasi sempre tante ottime realtà musicali nel mondo dell’underground.
Quindi ben venga una nuova primavera alternativa che dia nuova linfa a un paese in perenne stato di siccità!!!
Un momento particolarmente divertente dei vostri live che ricordate?
Ovviamente in trent’anni di live ce ne sono capitate di ogni. Dal batterista che cade dal palco a spalle indietro modello tuffo da sub mentre suonavamo, al bidello in pensione, ubriaco marcio, che impossessatosi di un microfono comincia un sermone di dieci minuti in un dialetto del sud incomprensibile. Fino alle tre amanti di un membro della band tutte e tre insieme nello stesso locale la stessa sera (potete immaginare la situazione)…insomma avremmo davvero tanti aneddoti da poter raccontare, ma alla fine la cosa importante è che tutt’ora in sede live ci divertiamo come matti!
La parte più difficile della composizione del disco?
Credo sia riuscire a comporre “canzoni” nel vero senso del termine e non solamente un’insieme di riff, strofe e assoli slegati fra loro. Tutto deve essere ben amalgamato, potenza, melodia, tecnica e testi!
Speriamo di essere riusciti nel nostro intento!
Perché il cantato in italiano?
In principio i Panni Sporchi nascono come gruppo rock/metal demenziale con gli immensi SKIANTOS come gruppo di riferimento e ispirazione. Quindi, per noi, all’epoca il cantato in italiano era naturalmente la scelta più ovvia. Una scelta che però ci rese sicuramente più particolari rispetto alla maggior parte delle altre metal band underground della nostra zona. In qualche modo fu anche una scelta vincente, riuscendo a farci racimolare un discreto seguito e allo stesso tempo rendendo più diretta la comprensione del nostro mondo o di quello che volevamo (e vogliamo tutt’ora) raccontare.
Ieri l’idea, oggi il disco, e domani…
Si spera tante occasioni per poterlo suonare dal vivo e farlo conoscere a più gente possibile, che poi è la cosa che ci piace e interessa di più!!!!
Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta in un intervista
mmmmm….vediamo, domanda: peggior situazione al mondo? Risposta: dover sopportare gli idioti! Soprattutto quelli che hanno potere su di noi o usano la paura per poterci controllare!
Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo,
chi intervistereste e cosa gli chiedereste?
Bhè, credo che una bevuta e quattro chiacchere con David Bowie la farei volentieri….dovrebbe essere
una bella esperienza!!!
Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge
Ok, intanto vorrei ringraziare voi di “Tempi Dispari” per lo spazio che ci avete concesso! Invitiamo tutti a dare un ascolto alla nostra musica e a venirci ad ascoltare dal vivo!!! Ma soprattutto se volete i Panni Sporchi nel vostro locale preferito o festival non esitate a contattarci sulle pagine dei nostri beneamati Social!!! Vi vogliamo bene e fate a modo….vostro!!!