Intervista raccolta da Carmine Rubicco
Marina Rei, cantautrice che nel corso degli anni si è costruita un solido zoccolo duro ma soprattutto una solida credibilità artistica. In questa intervista a Tempi Dispari parla del suo ultimo album in studio Pareidolia, del mondo della musica e del proprio mondo.
Partiamo dalla fine. “Pareidolia” solo un titolo o un modo di vedere la vita?
Al di là dell’etimologia della parola , ho scelto questo titolo perché penso che la bellezza della ‘pareidolia’ sta nella capacità di ognuno di noi di ‘intravedere’ , di scoprire ciò che la logica nasconde e ciò che invece la nostra immaginazione sa cogliere. La nostra fantasia al di là di ogni muro.
Una carriera che ha toccato ambiti musicali anche molto distanti tra loro in una costante evoluzione stilistica. Pareidolia può essere considerato una “summa” di tutto questo? Al suo interno ci sono “tracce” di molte delle sue esperienze musicali.
Un artista non deve mai fermarsi, o smettere di cercare e ricercare. Non trovo differenze di stili perché la distinzione degli stili musicali è una gabbia che molti si costruiscono intorno. La musica è una meravigliosa espressione di libertà, di contaminazione e di apertura alla vita. Questo disco è la riprova di un equilibrio raggiunto da due persone che parlano la stessa lingua nonostante provengano da due percorsi diversi.
La musica è espressione artistica fatta non solo di note ma esprime l’anima dell’autore, un mondo fatto di esperienze umane, culturali varie e diverse. Un mondo fatto di ascolti di dischi, di letture, di arte in senso lato. Qual è il mondo di Marina Rei?
Il mio è un mondo di semplicità, in cui includo certamente oltre alla musica anche la lettura. Ma non necessariamente ciò che leggo o ascolto mi ispira. Spesso mi lascio andare naturalmente dove i pensieri mi portano. Dove un sogno mi porta, o dove la malinconia mi porta. E’ un viaggio continuo mentale e subcoscienziale nel caos che rumoreggia in me.
Dal suo punto di vista come è mutato e in che senso è cambiato il panorama musicale italiano? Cosa ha in più e cosa ha in meno.
Il problema non è il panorama musicale. Il problema è la discografia e la mancanza di attenzione nei confronti di artisti e musicisti che fanno un percorso diverso dallo stereotipo mediatico che ormai ha preso il sopravvento. La programmazione della maggior parte dei network è la stessa. Non ci sono contenitori in televisione per chi vuole presentare il proprio disco cantando dal vivo. Contano solo gli ascolti e i dati auditel, non più bellezza e unicità. Scimmiottiamo sempre gli americani, perdendo le nostre grandi risorse culturali che ci invidiano in tutto il mondo.
È sempre stata libera di esprimere se stessa nei suoi dischi?
Andando avanti sempre più. Certamente in modo maggiore da quando i miei dischi sono indipendenti
Diverse collaborazioni con molti musicisti. Come nasce una simile scelta? Perché “scegliere” l’uno piuttosto che un altro?
Non c’è una scelta tra due o tra tanti. Ci sono amicizie, rapporti di conoscenza e di stima. e volontà da parte mia di confrontarmi sempre con persone intelligenti. l’intelligenza mi affascina
Diversi studiosi affermano che il momento migliore di un artista per esprimersi, in qualsiasi ambito, è la “sofferenza”, quel periodo in cui l’autore cerca un modo per comunicare con il mondo esterno stati d’animo, punti di vista, sensazioni. A Marina Rei come serve per scrivere un testo?
Non ho una regola. Ma devo ammettere che la malinconia mi ispira in particol modo.
Suonare, anche dopo diversi tour e dischi, è sempre emozionante?
Suonare è sempre emozionante. Sarà sempre la mia ancora di salvataggio
Quando finisce la musica? Quando non ci si diverte più?
Su un palco mi diverto sempre. Forse un giorno smetterò di fare dischi e mi dedicherò solo al live.
In un universo parallelo Marina Rei avrebbe fatto…?
La cantante