Se pensavate che gli appassionati di una delle più blasonate saghe cinematografiche non avrebbero mai alzato polveroni sulla sessualità di uno dei personaggi, vi ricrederete dopo aver letto questo articolo.
Lo scrittore Chuck Wending infatti è stato preso di mira da una buona parte di fan della saga Star Wars dopo aver inserito nel suo libro Star Wars: Aftermath il personaggio di Sinjir Rath Velus, un ufficiale imperiale dichiaratamente gay. L’accusa è aver cambiato la natura “per bambini” dell’opera sconfinando in tematiche troppo “azzardate”.
Wending non ha preso bene la faccenda, e non ha tardato a diffondere la sua opinione tramite il suo blog:
“Se siete arrabbiati perché ho messo dei personaggi gay e un protagonista gay nel romanzo, non posso farci niente. Mi dispiace, dinosauri lagnosi, il meteorite sta arrivando. Ed è un meteorite Nyan Cat favolosamente gay con una scia arcobaleno dietro di lui e il vostro modo di ragionare si estinguerà. Voi non siete l’Alleanza Ribelle. Non siete i buoni. Siete il fottuto Impero. Siete un Impero di merda, totalitario ed oppressivo. Se riuscite ad immaginare un mondo in cui Luke Skywalker possa essere infastidito dalla gente gay, non avete capito nulla di Star Wars. Sarebbe come cercare di rappresentare Gesù mentre picchia un lebbroso invece di guarirlo. Smettetela di essere l’Impero. Unitevi all’Alleanza Ribelle. Abbiamo amore, integrazione, musica grandiosa e droidi carini”
È incredibile come nel 2015 si debba dibattere ancora per tali argomenti. A prescindere dalle proprie convinzioni o retaggi culturali, stiamo parlando di un racconto ambientato in quello che era l’universo “espanso” che, come tale, ospita una miriade di possibilità. Questo significa dunque che una percentuale di lettori della saga riesce ad accettare che esistano razze aliene dalle fattezze anatomiche più improbabili, ma non va più in là del proprio naso quando si tratta di immaginare un personaggio al quale possa piacere qualcuno del medesimo sesso?
Comprendiamo che oramai la saga sia stata permeata nell’immaginario collettivo da una certa aura disneyana che ispira in alcune persone visioni di famigliole felici, cerbiatti, principesse e coniglietti, portando automaticamente a pensare che anche il prodotto Star Wars debba inevitabilmente rientrare nella categoria delle “favole”. Probabilmente trovare i gadget della saga nei Disney Store o qualche balletto di troppo di Darth Vader a Disneyland possono aver contribuito a tale deviazione mentale.
Sta di fatto che una buona quantità di fan si è accanita contro questo racconto solamente perché lo scrittore è uscito da un concetto di eroe stereotipato, nemmeno avesse avuto una spada laser color arcobaleno. Forse prima di volare con la fantasia nello spazio infinito bisognerebbe cercare di espandere i propri orizzonti mentali in modo da evitare alcune cadute di stile.